De Giorgio
(Raimondo per i suoi tantissimi amici e colleghi, ndr) ha
l’aviazione nel dna, ed i suoi 40 anni di servizio indossando
uniforme e tuta da volo dell’arma azzurra, ne sono la
riprova. Quaranta anni di servizio in campo sanitario, che
dalla Scuola dell’Aeronautica Militare di Macerata lo
hanno visto indossare il camice bianco sia a Roma che poi
definitivamente presso la base aerea di Napoli. Il tutto mixato,
però, da attive partecipazioni a missioni umanitarie
ed operative svolte in Kenya, Somalia, Kosovo, Macedonia e
Iraq, ma anche in interventi durante terremoti e devastazioni.
E di questo ne è testimone la divisa sulla quale, tra
medaglie, nastrini e stemmi vari, è proprio difficile
trovare spazio per ulteriori distintivi. Una riprova è
rappresentata anche dal suo studio professionale nel quale
ospita una vastissima gamma di cimeli aeronautici, diplomi
di qualifica nazionali ed esteri, riconoscimenti, dediche
ad personam, foto della sua vasta carriera professionale e
naturalmente i quasi 100 aeromodelli tra quelli realizzati
e altri ancora in fase di ultimazione.

Insomma, un professionista poliedrico con un bagaglio personale
e professionale “di spessore” che ha sviluppato
ad oltranza un hobby che - in ogni caso, anche quando raramente
aveva i piedi ben saldi a terra - lo vedeva sempre librarsi
nei cieli. Il mondo del modellismo statico, infatti, è
sempre stato il suo “companatico professionale”
che lo ha poi portato a divenire “un vero punto di riferimento”
tra i suoi colleghi “tecnici specializzati, quali piloti
e specialisti del settore aerospaziale”. Colleghi con
i quali si è sempre interfacciato per realizzare con
meticolosità e certosina pazienza tutti i tipi di aeromodelli
della sua vasta collezione.
Ed è
di questi giorni la sua “eccezionale esposizione aeromodellistica”
tenuta presso la Scuola dell’Aeronautica Militare di
Caserta, per le celebrazioni dei 100 anni. Una mostra visitata
da tantissimi studenti, che si sono tutti mostrati interessati
(molto più le ragazze che restano affascinate da un
loro eventuale ruolo nelle forze armate in generale, ndr)
a questa straordinaria metodologia di rappresentare lodevolmente
le attività dell'aviazione, nonchè da diversi
rappresentanti delle istituzioni del territorio, che a loro
volta hanno profuso interesse e ammirazione. Nella stessa
occasione, il Luogotenente De Giorgio ha ricevuto anche gli
entusiastici complimenti "per l'accuratezza delle realizzazioni"
da parte del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare
Generale di Squadra Aerea Luca Goretti.

Raimondo,
quando le nasce l’ispirazione aeromodellistica:
“in verità nasco 'figlio d’arte' per avere
in famiglia un nonno ufficiale degli ‘arditi’
nonchè zii e fratello in aeronautica, dai quali ho
sùbito il fascino e la passione per il volo e l’aviazione
militare. A 11 anni, quindi, vide la luce il primo aeromodello
… e la certezza del mio futuro: vestire l’uniforme
azzurra senza se e senza ma”.
Dal suo primo modello (Mirage III) all’ultimo
(ATR 72 PMA) quanti ne ha poi realizzati: “complessivamente
sono 92 di cui 68 dedicati a mezzi dell’aeronautica
militare italiana e 22 delle altre forze armate e corpi armati
dello Stato”.
Però
a noi (e ai milioni di lettori che ci leggono in 145 paesi
del mondo) riservatamente potrebbe confessare a quale dei
92 presta più amorevole attenzioni: "potrei
ma non riesco proprio a fare un torto a tutti gli altri ...
giorni, notti, mesi anni di dedizione a questo affascinante
mondo mi hanno convinto che sono come dei figlioli ai quali
si deve voler bene in eguale misura. E' certo però
che il 15° Stormo SAR con i suoi indimenticabili
HH3f, sui quali ho svolto missioni di soccorso, resta nel
cuore ..."
Rammento l’indimenticabile maestro Saverio Rosi
che ‘durante la sua vita terrena’ la citava spesso
definendola “un bellissimo esempio di quello che le
nuove generazioni dovrebbero imitare”: “ne
sono fiero, sia perché il Maestro Rosi è sempre
stato uno dei massimi esperti del settore aeromodellistico
statico con importanti e imponenti realizzazioni (la
sua ultima opera ‘Eurofighter F-2000 Typhoon’
di circa 2 metri è stata donata all’Accademia
Aeronautica, ndr), ma anche perché cerco e cercherò
sempre di infondere i valori di onestà e dedizione
a quanti mi seguono e apprezzano le mie opere”.
In futuro dove vorrebbe vedere la sua intera e prestigiosa
collezione: “apparirebbe scontato citare basi
aeree e musei … ma quello che lascio è così
‘moralmente prezioso’ che diventa ‘simpaticamente
oggetto di dispute’ già adesso tra i miei amabili:
figlio Alfredo, genero Diego e nipotino Alessandro. La rivendicazione
sulla ‘amorevole custodia’ in mia successione
è infatti accesa, ed in questo senso non sono da meno
gli stessi ‘affettuosi desideri’ di mia figlia
Valeria con le nipotine Melissa e Penelope”.
(Italia
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