"Questa
è la prima pubblicazione che esamina la questione
a livello globale e attraverso la lente degli obblighi
legali internazionali che gli Stati hanno per affrontare
la tratta di persone", ha affermato Silke
Albert della Sezione tratta di esseri umani e contrabbando
di migranti dell'UNODC. Lo studio ha coinvolto
ricerche condotte in nove paesi in diverse regioni
del mondo, per un periodo di 12 mesi. I paesi coperti
erano Canada, Germania, Giordania, Kirghizistan, Malawi,
Serbia, Sud Africa, Thailandia e Vietnam. Gli esperti
hanno intervistato circa 150 persone in contatto con
potenziali vittime della tratta di esseri umani, come
avvocati, funzionari governativi, membri di organizzazioni
non governative e agenti di polizia. "Abbiamo
scoperto che, sebbene la tratta a scopo di matrimonio
sia un fenomeno globale, il modo in cui il crimine
viene perpetrato in diversi paesi è molto specifico
a seconda di fattori culturali, religiosi e socio-economici",
ha affermato Tejal Jesrani, responsabile della
ricerca dell'UNODC.
Unioni
forzate per guadagno finanziario - La maggior parte
dei casi di tratta a scopo di matrimonio coinvolge
giovani vittime di sesso femminile, molte delle quali
provengono da contesti familiari svantaggiati, secondo
il rapporto. I ricercatori hanno scoperto
che i "matrimoni" possono essere organizzati
da familiari, agenzie di matrimoni o mediatori, spesso
per guadagni finanziari o materiali. In alcuni casi,
le spose vengono rapite. Per ottenere il consenso
vengono utilizzati vari metodi coercitivi o fraudolenti,
inclusi rapimento, inganno, abuso di vulnerabilità
e ricezione di pagamenti o doni. Le donne e le ragazze
intrappolate in queste unioni forzate subiscono violenze,
abusi, restrizioni ai movimenti e isolamento dai loro
genitori e amici. La
signora Albert ha spiegato che ci sono molti fattori
che rendono le donne vulnerabili all'abuso e allo
sfruttamento, compresa la loro età, status
e mancanza di istruzione e opportunità di lavoro.
"L'abuso fisico e sessuale è comune e
perpetrato principalmente dal marito, ma a volte anche
dai suoi parenti e amici e da altre terze parti, compresi
i clienti che acquistano servizi sessuali o mediatori
matrimoniali violenti".
Il rapporto
afferma che il matrimonio può essere collegato
a tutte le fasi della tratta di esseri umani, a partire
dal reclutamento e dal trasporto della vittima. Come
per altre forme di tratta, solo una piccola percentuale
di casi raggiunge l'attenzione della polizia e ci
sono pochissime condanne. Inoltre, le donne e le ragazze
di solito hanno difficoltà a cercare aiuto,
per paura della stigmatizzazione. "Il matrimonio
è normalmente considerato una questione privata,
familiare, che non viene discussa anche quando sono
coinvolti violenza domestica e abusi", ha detto
la signora Albert. "Le vittime sono anche preoccupate
per ciò che accadrebbe ai loro figli, ai permessi
di soggiorno o alle loro case se denunciassero il
crimine".
Uno strumento
per l'azione - Il rapporto contiene diverse
raccomandazioni politiche. L'obiettivo è prevenire
i casi di tratta legati al matrimonio, identificare
e proteggere le vittime e perseguire i responsabili.
La signora Albert ha spiegato che in generale le vittime
della tratta di esseri umani non vengono adeguatamente
identificate e non ricevono il sostegno di cui hanno
bisogno. "Quindi, quando questo crimine si verifica
nel contesto del matrimonio, che è così
profondamente radicato nelle tradizioni locali, nelle
religioni e nelle strutture sociali, l'identificazione
e l'indagine sono ancora più complesse".
L'UNODC spera che i governi utilizzeranno il rapporto
per sviluppare la risposta nazionale. "È
anche visto come una risorsa per gli agenti di polizia,
le autorità sanitarie e dell'immigrazione e
gli assistenti sociali", ha aggiunto la signora
Albert. "Hanno bisogno di conoscere gli indicatori
del crimine, che sono dettagliati nella pubblicazione,
in modo che possano intraprendere le azioni appropriate".
Il rapporto è anche uno strumento per avvocati,
pubblici ministeri e giudici in quanto include una
sezione che delinea i trattati e le leggi internazionali
pertinenti, nonché gli obblighi legali degli
Stati in merito ai diritti delle vittime. “La
tratta di esseri umani è commessa a scopo di
sfruttamento. Quindi, una domanda chiave quando si
tratta di potenziali casi di tratta a scopo di matrimonio
è fino a che punto le circostanze, che possono
includere abusi e violenze, si qualificano come sfruttamento,
come dichiarato nel Protocollo sulla tratta di persone
delle Nazioni Unite ", ha detto la signora Albert,
riferendosi a il principale strumento globale giuridicamente
vincolante. (Credit
UN news: Italia News Press Agency - Media partner
United Nations)
Italia
News Press Agency - “Human trafficking”
e “Forced marriage” sono due tra i numerosi
crimini presenti anche nell’art. 7 dello Statuto
della Corte penale internazionale. Entrambi fanno
parte dei “crimini contro l’umanità”,
perpetrati ai danni della popolazione “civile”.
Sia il traffico di essere umani, sia il fenomeno delle
spose bambine, in questi casi, interessa le fette
più povere dei popoli che “vendono”
le vittime a uomini o ad organizzazioni internazionali
dediti al traffico di esseri umani. E l’allarme
arriva proprio dall’UNICEF che denuncia ogni
anno ben 5 milioni di casi, verificatisi soprattutto
in Bangladesh, Ciad, Mali, Guinea e Niger. Poiché
questi reati sono classificati come “crimini
contro l’umanità”, gli obblighi
di prevenirli e punirli, nonchè l’aiuto
e la tutela delle vittime, sono oneri di tutti gli
Stati. Per questo vi è l’obbligo di inserire
questi “gravissimi soprusi” nella legislazione
penale dei singoli Stati, che avranno cura anche di
indagare e intervenire immediatamente sui propri territori,
come stabilito dal diritto internazionale. Purtroppo
però non è semplice prevenire questi
crimini, spesso commessi da gruppi malavitosi ben
organizzati e ben radicati nel tessuto sociale dei
Paesi più poveri del mondo. Un esempio per
tutti arriva dalla Libia, dalle cui coste partono
a migliaia i disperati provenienti da Africa e Asia,
in viaggi verso l'occidente, spesso organizzati dagli
stessi trafficanti. (Maura Ruggiero,
italian communicator)