United
Nations News, New York (USA) - In
Bosnia-Erzegovina, decine di migliaia di vittime di
violenze sessuali commesse durante il conflitto negli
anni '90 attendono ancora giustizia, hanno dichiarato
mercoledì gli esperti di diritti nominati dalle
Nazioni Unite. Secondo il Comitato delle Nazioni Unite
per l'eliminazione della discriminazione contro le donne
(CEDAW), tra 12.000 e 50.000 ragazze e donne sono state
violentate dalle forze armate nel paese dal 1992 al
1995. (Photo: UNICEF/LeMoyne - Donne
vicino alla città di Kladanj, Bosnia Erzegovina
1995).
Una
di quelle donne, una croata bosniaca identificata solo
come SH per proteggere la sua privacy, è stata
rapinata e violentata nella città di Prijedor,
che all'epoca era occupata dalle forze serbo-bosniache.
Ha denunciato l'incidente alla polizia ma non ha ottenuto
una copia del rapporto ufficiale e non è stata
aperta alcuna indagine. Nel 2008, SH ha scoperto che
i suoi fascicoli iniziali erano stati eliminati 10 anni
dopo il reato. Le
Nazioni Unite nel 2017, dopo aver esaminato il suo caso,
hanno affermato che la sua esperienza rifletteva la
situazione di molte vittime di violenze sessuali legate
ai conflitti, i cui casi non erano stati indagati in
modo tempestivo ed efficace. In una dichiarazione, hanno
anche osservato che lo stupro aveva causato danni fisici
e psicologici a SH, inclusa una grave infezione genitale,
per la quale non poteva permettersi il trattamento.
Gli esperti indipendenti nominati dalle Nazioni Unite
hanno inoltre aggiunto che dopo l'aggressione, SH aveva
sofferto di depressione e un disturbo della personalità.
Ha anche vissuto al di sotto della soglia di povertà
da quando ha divorziato nel 2009, hanno spiegato. In
un appello alle autorità affinché proseguano
le indagini contro gli autori di tutti gli attacchi
sessuali, il Comitato per l'eliminazione della discriminazione
contro le donne (CEDAW) ha affermato di aver agito in
modo inefficace e troppo lento.
Risarcimenti irrisori - Nel 2019, le
autorità alla fine hanno riconosciuto lo status
di SH come vittima di violenza sessuale legata al conflitto
e le hanno concesso una pensione di invalidità
mensile di $ 66. Tale risarcimento per le vittime
non è commisurato al danno subito, hanno insistito
gli esperti indipendenti. Nel caso di SH, ha subito
gravi danni fisici che hanno avuto un impatto sulla
sua salute e sui suoi diritti sessuali e riproduttivi,
hanno aggiunto, oltre al danno psicologico e ai danni
materiali che ha subito per più di 25 anni dopo
l'incidente.
Una
vita di povertà - Una ricerca delle
Nazioni Unite condotta nel 2017 sugli ostacoli socio-economici
affrontati dai sopravvissuti alla violenza sessuale
legata al conflitto in Bosnia-Erzegovina ha mostrato
che il 62% dei sopravvissuti era disoccupato, il 64%
non aveva sostegno sociale e più della metà
di loro viveva sotto la soglia di povertà. Tra
le sue raccomandazioni, il Comitato ha esortato il governo
della Bosnia-Erzegovina a garantire che i sopravvissuti
alla violenza sessuale in tempo di guerra abbiano pieno
accesso ai rimedi nazionali, ai soccorsi effettivi e
ai risarcimenti sulla base dell'uguaglianza davanti
alla legge. (Credit
UN news: Italia News Press Agency - Media partner
United Nations)
Italia
News Press Agency
- Durante la guerra in Bosnia i serbi avevano aperto
campi di concentramento per musulmani. Si vociferò
addirittura che in alcuni funzionassero forni crematori.
Ma quello che più crudelmente era sospettato
si realizzò ben presto una solida verità,
20mila stupri e violenze sessuali su donne, bambini,
suore dal 1992 al 1995 che poi hanno prodotto migliaia
di gravidanze e altrettante nascite mai volute e mai
riconoscite quali crimini di guerra. Amnesty International,
nel suo rapporto denuncia che le vittime e i colpevoli
sono ancora là, le une accanto agli altri: "I
responsabili degli stupri continuano a sottrarsi alle
indagini e alla giustizia. Solo pochi colpevoli sono
stati assicurati alla giustizia attraverso i tribunali
internazionali e nazionali". Le donne e le ragazze
vittime di stupro continuano ad essere vittime di una
società che le ha dimenticate, lasciate senza
medicine né sostegno dei medici. Tante sono disoccupate,
senza mezzi per vivere, molte incapace di formare una
famiglia a causa del trauma subito, tante hanno perso
i familiari. La maggior parte delle donne stuprate oggi
vive ai margini, continuando a soffrire, vittime invisibili.