International
Women's Day 2021 (IWD), Nazioni Unite:
"Che si tratti di gestire un paese,
un'impresa o un movimento popolare, le donne
stanno fornendo contributi per tutti e guidando
il progresso verso gli obiettivi di sviluppo
sostenibile". António Guterres,
Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Otto
marzo per celebrare la donna nelle sue conquiste,
nei suoi ideali e nelle sue battaglie.
In questa giornata dobbiamo però ricordare
l’importanza della prevenzione oncologica
per la donna, uno degli strumenti più
efficaci che abbiamo a disposizione per sconfiggere
il CANCRO. Spesso, per mille motivi, le donne
trascurano i piccoli sintomi che indicano
l'insorgenza del tumore o rinviano i controlli
di prevenzione che negli ultimi anni hanno
permesso di curare più efficacemente
migliaia di giovani donne. In questa giornata
dedicata alle donne, attraverso International
Women’s Day, facciamo in modo, quindi,
di essere solidali con tutte le donne che
soffrono fisicamente e psicologicamente a
causa del CANCRO che spesso colpisce e divora
tanti aspetti della realtà femminile.
Pensiamo alla mastectomia, quando fino a qualche
decennio fa la ricostruzione non era accessibile
a tutti; pensiamo all’impossibilità
di avere gravidanze a causa della tossicità
delle terapie; o alla perdita dei capelli.
Pensiamo a tutta la femminilità a cui
le donne in passato sono state costrette a
rinunciare e per cui hanno tanto lottato.
Oggi i progressi della SCIENZA hanno portato
grandi miglioramenti che aiutano la DONNA
a preservare la sua femminilità e la
sua fertilità in caso di diagnosi di
tumore. E quindi insieme alle mimose, regaliamo
anche sorrisi … e perché no,
donazioni agli enti di ricerca attivissimi
nel rendere sempre più curabile il
tumori femminili! (Maira
Di Tano, biologa e ricercatrice)
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Istituita
dalle Nazioni Unite, la Giornata internazionale
della donna è celebrata in trenta
paesi del mondo. È un giorno
in cui le donne sono riconosciute per
i loro risultati senza riguardo alle
divisioni, siano esse nazionali, etniche,
linguistiche, culturali, economiche
o politiche. L'evento è emerso
per la prima volta dalle attività
dei movimenti del lavoro all'inizio
del XX secolo in Nord America e in tutta
Europa. |
Mi è
stata chiesta una riflessione per questo 8
marzo. Sicuramente da riflettere c'è
sempre .... e da donna credo che le riflessioni
sulle donne richiedano profondità di
pensiero e delicatezza. Facile pronunciare
la parola DONNA ma davvero in pochi uomini
c'è la reale consapevolezza delle difficoltà
che ancora oggi questo essere che da vita
a "cinque magnifiche lettere" incontra
ogni giorno e quanta energia per combattere
le avversità che quotidianamente l'aspettano.
La pandemia ha svelato molte defaillances
del nostro tempo e tra queste quanto poco
si sia ancora fatto in termini di prevenzione
e sicurezza per la DONNA. L'8 marzo è
la giornata in cui la si celebra in tutte
le salse. E cosa succede negli altri 364 gg?!
Ordinaria amministrazione. È la donna
che ancora una volta ha pagato lo scotto più
alto in questo momento così difficile;
a lei sono toccate le rinunce maggiori oltre
le restrizioni che hanno colpito tutti indistintamente.
A lei il prezzo più alto da pagare
perché il virus l'ha relegata in casa
magari col peggiore dei suoi incubi senza
protezione. Allora io dico che sarà
8 Marzo da celebrare quando sarà 8
Marzo tutti i giorni, perché il rispetto
e la dignità di una DONNA hanno valore
ogni singolo giorno e non solo per celebrare
un ricorrenza. Ma questo il mondo sembra dimenticarlo....
(Maria Adele Murri,
docente)
Secondo
il Global Gender Gap Report 2018 del World
Economic Forum, la percentuale di donne che
partecipano alla forza lavoro rispetto agli
uomini è diminuita a livello globale.
L'Italia ha i livelli più bassi di
occupazione femminile nell’Unione Europea.
Tra i 20 e 64 anni, infatti, Il Belpaese si
trova al penultimo posto con il 52,5%, appena
sopra la Grecia (48%).
La
pandemia sta agendo in un contesto, italiano
e globale, dove le disparità di genere
nel mondo del lavoro erano una criticità
già prima dell’emergenza sanitaria.
Nel primo lockdown del 2020, infatti,
ben 99mila donne, su 101 mila nuovi disoccupati,
avevano perso il loro posto di lavoro. In
questa situazione, sacrosante sono le affermazioni
delle Nazioni Unite che caratterizzano il
mondo femminile per: "più bassa
occupazione, salari scarsi, contratti precari
e raramente occupate nelle posizioni aziendali
“sicure”. Su di loro, insomma,
si scarica il gran peso della crisi attuale.
Non gira meglio per le donne che hanno ancora
un lavoro. Dallo scorso anno devono sorbarcarsi
le molteplici figure e funzioni di casalinga,
mamma, moglie, lavoratrice e spesso di insegnante
senza aiuti e alternative. La continua chiusura
delle scuole, e la conseguente didattica a
distanza (dad) non realizzabile senza aiuti
familiari, ha così creato nelle milioni
di "donne-mamme" un "carico
fisico ed emotivo" notevolissimo, minando
la già precaria salute psico-fisica
derivante dalla situazione pandemica. Anche
per questo, per milioni di donne italiane
e non solo, sarà un triste 8 marzo,
che forse potrebbe essere celebrato più
con aiuti concreti e mirati alle esigenze
del mondo femminile, anzichè con infiniti
discorsi d'occasione. Gesti concreti per creare
ugualianza e meno disparità sociale.
(Letizia
Signorin, operatrice Bioginnastica)
Per
l’International Women’s Day la
condizione femminile è sicuramente
migliorata rispetto a 25 anni fa ma c’è
ancora molto da fare in termini di parità
di genere. Tra i paesi meno ottimisti c’è
l’Italia dove quasi un italiano su tre
non vede alcun progresso rispetto al passato.
La società
è cambiata, si è evoluta nel
tempo, divenendo sempre più libera
e democratica, con maggiori diritti e tutele,
anche se il tema dell’uguaglianza di
genere è un tema ancora molto discusso
in quanto le donne, ancora oggi, vengono trattate
come oggetti e come esseri più deboli,
ai quali tarpare le ali. Oggi l’evoluzione
in positivo è evidente, viste anche
le tutele per assicurare questa eguaglianza
in molti Stati, ma che in altre nazioni, questi
diritti sono ancora oggi assenti. Nell’ambito
universitario l’uguaglianza è
evidente, tranne che per alcuni episodi di
sessismo che talvolta salgono alla ribalta,
portando il maschilismo a farla da padrone.
La realizzazione della parità tra donne
e uomini è possibile ma è di
complicata realizzazione, dati i retaggi conservatori
su questo tema, che sono la principale patologia
che affligge la nostra società. L’educazione
è fondamentale e dovrebbe configurarsi
trattando già i bambini e bambine nello
stesso modo e senza pregiudizi. (Maura
Ruggiero, universitaria)