|
|
www.italianews.org
- Comunicazione e giornalismo |
|
Giorgio
Esposito
|
|
Viaggiare...
è sognare, esplorare, scoprire.
L'Africa
come non l'avete mai vista ma sempre desiderata
Il periodo migliore per visitare il
Kenya, sia al mare che per i Safari, è
tra dicembre e aprile
|
|
|
ROMA
(Italy) - Tre
prime considerazioni su questo reportage: esiste
un Kenia-Africa dei potenti che creano sviluppo
solo per i propri interessi affamando le popolazioni
e sottraendole anche alle primissime norme culturali
(primary school). Esiste poi il Kenia della
natura che continua a vincere il duello con
l’uomo, che proprio in queste zone ha
evidenziato maggiori interessi a scapito dei
fantastici paesaggi in cui si è avvolti.
Esiste, infine, il Kenia dei “viaggiatori”
- da non confondere con i turisti che approdano
sulle rive dell’ “Indian ocean”
solo per caricare le batterie abbronzandosi
a dismisura - alla ricerca di una motivazione
più profonda che spieghi il famoso “mal
d’Africa” cioè del meravigliarsi
tutti i giorni delle paradisiache visioni che
vanno dall’alba al tramonto e che durano
tutta la notte continuando ad osservare la volta
celeste. |
Il nostro viaggio inizia a Milano Malpensa
con un volo del vettore Blue Panorama (Boeing 767-300R)
che, navigando per nove ore, sforna sulla pista
del modestissimo aeroporto di Mombasa, i suoi circa
300 italiani assetati di sole. Un “airliner”
vecchiotto che la compagnia di Franco Pecci utilizza
per voli di linea su Africa, Caraibi e qualche puntatina
in Asia. Il personale è cortese, la macchina
appare efficiente e pulita mentre gli intrattenimenti
di bordo - a parte la cuffia da restituire sempre
e qualche film sui video attaccati alla soffitto
della carlinga – non sono certo all’altezza
dei moderni aeromobili che oramai varcano i cieli.
Il pasto serale che offrono, prevede una scelta
tra lasagna alle verdure e tortelloni al ragù.
Lascio a voi immaginare le riflessioni degli utenti
di bordo che, per essere italiani, hanno una buonissima
capacità di distinguere “il meglio
e il peggio” della cucina loro offerta.
La
seconda città del Kenia ci accoglie in
una mattinata assolata che fa toccare il termometro
quota 35°. Circa 3 ore di strada per raggiungere
la prima destinazione che è un Resort affacciato
sulla bianchissima e immacolta spiaggia di Jacaranda
proprio a metà strada tra Watamu
e Malindi. Una sistemazione ideale
che ci consentirà di raggiungere anche
agevolmente il Parco Nazionale “Tsavo est”
il più importante dopo quello del Serengeti
in Tanzania. Il caldo, in questo periodo di fine
anno, è torrido ma diviene subito sopportabile
una volta “svestitisi” dei panni di
infreddoliti cittadini del “Bel paese”.
Il
primo impatto, per certi versi anche “incredibile”
è con il notevolissimo fenomeno delle maree
che con un avvicendarsi metodico si manifesta
tutti i giorni in un completo ciclo lunare. Questo
ci consentirà, tutti i giorni, di raggiungere
a piedi la barriera corallina che dista alcune
centinaia di metri dalla terra ferma. Già
dalla nostra spiaggia, ci accoglie un paesaggio
marino, lasciato libero dalle acque, che sfolgora
nel suo eccezionale bianco e che ospita immense
dune di sabbia tra cui non è difficile
incontrare pesci, enormi conchiglie, molluschi
vari e il mitico pesce palla, tutti rimasti intrappolati
dal ritiro delle acque. Un fenomeno che poi ritorna
normale nel primo pomeriggio e che arriva ad invertirsi
(mattino-pomeriggio) recuperando un’ora
ad ogni fase.
La
costa keniota pullula di villaggi turistici che
ospitano stuoli di vacanzieri provenienti da tutto
il mondo con un’evidente preponderanza di
italiani. Come sono italiani (chiamati dagli indigeni
"Kenia kimbo") quelli che scelgono questo
paese per viverci una parte se non per l’intero
periodo dell’anno. Italiani che rappresentano
per l’economia una vera “manna”
soprattutto per le sempre più numerose
scelte di avere qui una residenza fissa (tanti
i motivi addotti). E proprio nel villaggio di
Watamu e nella cittadina di Malindi, si concentrano
e si sviluppano sempre più queste forme
di “italica convivenza”. Le voci più
accreditate per questa scelta fanno riferimento
a: vivere più sereni che in Italia, la
cordialità della gente e la bellezza dei
paesaggi, il clima mite e vivibile per 11 mesi
l’anno, formule di investimento fuori dai
confini nazionali. E ce ne rendiamo conto anche
noi quando girando per Watamu incontriamo tantissimi
vip, imprenditori, calciatori, giornalisti e anche
semplici pensionati che hanno pensato di fuggire
dal malaffare della casta italiana e forse…
non gli si può dar torto…
Ma
il Kenia è anche “vera e autentica
disperazione”. La riprova è data
dalla presenza sul proprio suolo del campo profughi
più grande del mondo. “Dadaab”,
costruito per ospitare 40 mila rifugiati della
vicina Somalia, ora arriva a contare più
di 500 mila disperati che sopravvivono solo grazie
all’opera umanitaria delle Ong e delle agenzie
dell’ONU. Tra queste, un ruolo di spicco
lo svolge il WFP (World Food Programme)
delle Nazioni Unite che procura, trasporta
e smista il cibo sufficiente a sfamare almeno
una volta al giorno questo mezzo milione di diseredati.
Uno sforzo immane che gli uomini targati
WFP e UNHRD compiono 24 ore al giorno per l’intero
anno. Ma i dati parlano anche di una
nazione la cui ricchezza è detenuta dal
2% degli abitanti mentre il 50% sopravvive sotto
la soglia di vera povertà. La rimanenza
è parte attiva lavorativa ma non tanto
da consentire a tutti di usare la qualifica di
lavoratori stabili. In sostanza, 35 milioni di
abitanti vivono in quella che è considerata
“la perla dell’africa” ma da
cui gli stessi abitanti spesso fuggono per raggiungere
gli illusori paradisi occidentali. (Visualizza
lo speciale dedicato alla missione umanitaria
partita dalla base WFP-UNHRD di Brindisi)
La strategia italiana nelle missioni umanitarie,
prevede invii occasionali di materiali d’emergenza
come quello che nella sola ultimissima missione,
è stato inviato in Kenia. La Cooperazione
Italiana del Ministero degli Esteri ha
donato generi alimentari, farmaci e attrezzature
mediche alla popolazione residente nell’area
del Lago Turkana, nella regione nord-occidentale
del Kenya, in cui le comunità stanno sperimentando
condizioni estreme e una fortissima carenza di
generi di base. Il contributo italiano di 150.000
euro ha consentito l’acquisto di 74 tonnellate
di mais, 47 tonnellate di fagioli e 22.000 litri
di olio per cucinare. La donazione di materiale
sanitario include antibiotici, un’incubatrice
e attrezzature per maternità e pediatria.
Gli aiuti consentiranno il sostegno di circa 220
nuclei familiari per località, per un totale
di circa 8200 persone. L'intervento è realizzato
nella zona del Turkana Est, tra Lokori e Baragoi,
in sei località: Lomelo, Kapedo, Naipeitom,
Lomuyen Akwan, Kamugei e Morolem e si aggiunge
agli aiuti umanitari predisposti dal Governo italiano
per oltre 300.000 euro, nonché agli interventi
d’emergenza finanziati dalla Cooperazione
in gestione diretta.
Ma
il “must” per chi varca i confini
di questa nazione è rappresentato dalla
varietà di Safari da dedicare e da vivere
nella Savana interagendo con gli animali e con
l’ambiente che, guardandolo dalle alture,
lascia senza fiato. Un tour che ti porta al contatto
“live” con animali che conosci solo
attraverso i filmati di “Discovery”
e che per loro fortuna continuano a vivere protetti
negli immensi parchi nazionali. Come poter descrivere
i coccodrilli sulle rive del fiume o giraffe,
elefanti, antilopi, zebre, gazzelle, leoni etc.
Di sicuro le immagini fotografiche non rendono
ma noi ci abbiamo provato con una bellissima sequenza
che racconta il nostro di tour iniziato alle tre
di notte e terminato in un lodge affacciato splendidamente
sulla rigogliosa Savana.
Ma
il tempo, come al solito, è tiranno e ci
conduce sulla strada del ritorno attraverso il
volo Mombasa – Milano. Ma con i nostri amici
di avventura tra cui Monica e Alessandro,
non potevamo che salutarci nel miglior modo possibile:
cena notturna in spiaggia, sotto un manto di stelle,
a base di una marea di aragoste, immensi pescioni
e riso di cocco. Amichevole menù proposto
da Roby del Safina Beach. Il
tutto innaffiato dall’improponibile vino
di cocco vera delizia …… solo per
i kenioti.
In
complesso, un viaggio vacanza in Kenia è
consigliabile a quanti vogliono unire un ottimo
relax al piacere di “immergersi nella vera
Africa” sotto l’equatore, con i suoi
profumi speziati e a contatto con le popolazioni
swahili e masai. Unica accortezza, la scelta del
periodo che dovrebbe coincidere obbligatoriamente
con il nostro dicembre – gennaio che rappresenta
il periodo meteo infallibilmente positivo. In
altri periodi i rischi di sovrabbondanza di alghe
marine, piogge torrenziali e nuvoloni, sono altissimi.
Per quello che riguarda l’economia, nel
paese circola lo “scellino keniota”
che al cambio è pari nominalmente all’euro
(100 scellini = 1 euro). Il senso di guida è
invertito al nostro, memore della centenaria dominazione
inglese e le strade su cui si circola appartengono
ad una classificazione tutta africana e che noi
paragoneremmo a mulattiere asfaltate o non asfaltate.
I mezzi pubblici vanno dal normale taxi al tuc-tuc
e moto taxi, fino al taxi collettivo e agli autobus
per le zone rurali. Gli aeroporti sono: Malindi
per i soli voli turistico-privati, Mombasa per
la zona sud del paese, Nairobi (la capitale) vero
aeroporto internazionale con voli di linea provenienti
da tutto il mondo. Il Kenia è collegato
all'Italia via Roma o Milano.
Passaporto:
necessario, con validità residua di almeno
sei mesi al momento della richiesta del visto. Occorre
altresì essere in possesso di un biglietto
aereo di andata e ritorno. All'ingresso nel Paese,
viene apposto un timbro sul passaporto, dal quale
risulta la durata del soggiorno. Si consiglia al
turista di dichiarare il periodo effettivo del soggiorno
in Kenya e di controllare il timbro apposto sul
passaporto; la proroga del soggiorno può
essere ottenuta solo presso gli uffici competenti
per l'immigrazione. Le sanzioni per il mancato rispetto
di tale procedura possono arrivare anche all'arresto.
Per entrare in Kenya il passaporto deve avere almeno
un’intera pagina bianca, al fine di poter
apporre il visto d’ingresso. In caso contrario,
i viaggiatori potrebbero non essere accettati nel
Paese e fatti rientrare in Italia con il primo volo
utile.
Visto
d'ingresso: necessario, le categorie di visto sono
le seguenti:
• visto di transito (transit visa, USD 20)
con una validita’ di massimo 72 ore. Richiesta
visto disponibile anche al sito http://evisa.go.ke/evisa.html
• visto turistico (tourist visa, 50 USD o
40 EURO) valido per un mese, tre mesi e rinnovabile
fino a sei mesi; richiesta visto disponibile al
sito http://evisa.go.ke/evisa.html
• visto multiplo (multiple visa, 90 EURO)
per business. Valido da un mese a un anno. La richiesta
deve essere presentata all’Ambasciata del
Kenya a Roma.Tra la documentazione richiesta, si
deve presentare la lettera di invito dell’azienza
locale.
• visto valevole per un unico viaggio (single
journey visa, 51 USD)
• East African Tourist Visa: valido per 90
giorni (Multiple entry visa USD 100), permette di
viaggiare in Kenya, Rwanda e Uganda. Si presenta
la richiesta nel primo paese di arrivo. Se in Kenya,
si ottiene dall’Ambasciata del Kenya, se in
Uganda si richiede nella rispettiva Ambasciata,
se in Rwanda si ottiene online su evisa Rwanda.
Ambasciata
d’Italia a Nairobi - UN Crescent,
Gigiri - P.O. Box 63389 - 00619 MUTHAIGA –
NAIROBI - Centralino: +254 (0) 205137500 - Fax:
+254 (0) 20 2247086 - Cellulare di reperibilità:
+254 (0) 722 514 327 - E-mail: ambasciata.nairobi@esteri.it;
consolare.nairobi@esteri.it - Sito web: https://ambnairobi.esteri.it/
|
Il
Kenya è attraversato dalla linea dell'Equatore
e conosce tre tipi di clima molto diversi
tra loro: caldo e umido lungo la costa, temperato
a ovest e a sud-ovest, dove si trovano montagne
e altipiani, e infine torrido e arido a nord
e a est. Se sei interessato principalmente
alle vacanze al mare il periodo migliore per
andare in Kenya sono i mesi compresi tra dicembre
e aprile. Gli unici mesi sconsigliati che
non prevedono condizioni meteorologiche ottimali
sono aprile e maggio, ma fatta eccezione per
questo periodo sfavorevole, sulle coste del
Kenya che affacciano sull’Oceano Indiano
si mantiene stabile una temperatura di circa
30° gradi centigradi. Nello stesse periodo
è utile partecipare ai Safari per incontrare
le grandi migrazioni e quindi anche i grandi
predatori. |
Riproduzione
non consentita ©
|
|
|
|
|
|
Consigli
di viaggio |
Reportage |
Viaggi News iscriviti su Fb
|
Miami
Beach News |
Dubai
City News |
|
|