Napule
è mille culure, Napule è mille paure,
Napule è a voce de' criature che saglie chianu
chianu e tu sai ca' non si sulo ... Napule è
nu sole amaro, Napule è addore e' mare, Napule
è na' carta sporca e nisciuno se ne importa
e ognuno aspetta a' sciorta ... Napule è
na' camminata int'e viche miezo all'ate ... Napule
è tutto nu suonno e a' sape tutto o' munno,
ma nun sanno a' verità ... Sono le melodiche
strofe dell'indimenticabile Pino Daniele a presentare
questo nutrito "biglietto da visita" di
Napoli, con la sua storia, paesaggi, personaggi,
luoghi, curiosità e la succulenta gastronomia.
Un reportage giornalistico che racconta le sue mille
facce e i suoi mille colori ... proprio camminando
nei vicoli in mezzo alla gente.
Napoli
- Partiamo
dal presupposto che la città (immensa come
una galassia) è difficilmente descrivibile
- se non "vissuta intensamente" - come
solo un napoletano riuscirebbe a fare. Io stesso
non sono in grado di abbracciare l'intera galassia
(oggi Napoli) nata nel IX secolo avanti Cristo per
mano dei greci provenienti da Rodi e battezzata
Parthenope (la sirena da cui sfuggì Ulisse).
Una Parthenope poi evolutasi in Palepolis (città
vecchia) e ancora in Neapolis (città nuova)
che, a conti fatti, oggi spegnerebbe (anno più
... anno meno) 2500 candeline. Una galassia che
oggi proveremo a raccontare "con i cinque sensi
dei napoletani" citando la sua storia, i paesaggi,
la gastronomia, la musica e i personaggi che l'hanno
"decantata quale città più bella
del mondo".
Storia
- Come un anfiteatro
sul mare, abbraccia il Vesuvio, le isole di Capri,
Ischia, Procida e Nisida. La sua prima colonizzazione
risale a 3000 anni fa quando "mercanti e viaggiatori
greci, anatolici ed achei, si affacciarono nel golfo
per dirigersi verso gli empori minerari dell'alto
Tirreno" e fondarono Parthenope nell'area che
include l'isolotto di Megaride (l'attuale Castel
dell'Ovo) e il Promontorio di Monte Echia (l'odierna
Monte di Dio e Pizzofalcone). Successivamente, Parthenope
fu abbandonata e prese il nome di "Palepolis"(città
vecchia). Nel 475 d.C. grazie agli abitanti di Cuma,
fu fondata Neapolis (città nuova) nella parte
orientale della città originaria. La storia
poi racconta dei Romani che colonizzarono l'intera
"Campania Felix" fino all'arrivo dei tanti
conquistatori di turno, innamorati da sempre di
questi luoghi da sogno: Bisanzio, d'Angiò,
Aragonesi, Austriaci, Borboni, Napoleone, Garibaldi,
Tedeschi ... e finalmente nel 1945 la città
ritornò ai napoletani.
Luoghi
ed itinerari - Non esiste l'itinerario
perfetto se non quello che si decide di percorrere
per interessi personali. Storico-culturale, gastronomico
e curioso, sono quelli che proponiamo in questo
reportage ricco di informazioni e consigli "vissuti
e sperimentati in prima persona". Scarica
la mappa completa dell'itinerario >>>
I trasporti a Napoli consentono di spostarsi celermente
da quartieri diversi, anche lontani tra loro. Lo
stradario della città infatti non agevola
gli spostamenti privati per una serie infinita di
motivazioni, prima fra tutte la morfologia cittadina
che vede una quantità enorme di stradine
e viuzze a fronte di un enorme traffico che spesso
diventa caotico. La rete pubblica di Treni, Metro,
Funicolari, Autobus, Filobus, e Tram, viene quindi
in soccorso permettendo di raggiungere i nostri
punti di interesse da visitare. Anche per le escursioni
fuori città esiste la rete di ferrovia: Cumana
che da Napoli porta verso Pozzuoli, la Circumflegrea
che dal capoluogo raggiunge Licola e la Circumvesuviana
che raggiunge tutti i comuni interni e costieri
dell'area vesuviana nonchè Sorrento in meno
di un'ora. Scarica
mappa trasporti >>>
Itinerario Centro Storico, 7-8 km divisibile anche
in 2-3 giorni - Il primo potrebbe partire
dalla Stazione Centrale di Piazza Garibaldi (immancabile
il caffè con sfogliatella del Bar Mexico,
mitico 'stop and go' dei viaggiatori seriali, ndr)
per dirigersi verso Piazza del Mercato con una approfondita
visita alla basilica dedicata al cult religioso dei
napoletani: la Madonna del Carmine,
celebrata il 16 luglio con riti, processioni e feste
all'insegna delle grida di speranza dei fedeli: ’A
maronna d’o Carmene ce fa a grazia!”.
Scenografico, ogni 15 luglio sera alle ore 22, il
famosissimo "incendio (con fuochi artificiali)
del campanile" (foto sotto)
alto ben 75 metri, che rievoca la rivolta contro gli
spagnoli ad opera di Masaniello che proprio nella
basilica fu ucciso il 16 luglio 1647. L'itinerario
prosegue in direzione Piazza Municipio, semmai utilizzando
Corso Umberto I "il rettifilo per i napoletani"
e godersi la marea di negozi che costeggiano questo
chilometrico corso. Una dovuta sosta a metà
percorso, per ammirare la sede dell'università
Federico II, la più antica statale del mondo,
fu infatti fondata il 5 giugno 1224 dal Re di Sicilia
Federico II di Svevia. Giunti in Piazza Municipio,
sarete immersi nella mecca del turismo cittadino con
una batteria di siti che da soli portano via una giornata
intera, se non di più: Maschio Angioino, Teatro
San Carlo, Galleria Umberto I, Palazzo Reale, Piazza
Plebiscito. Si parte con l'immancabile visita a "Castel
Nuovo - Maschio Angioino" castello per
eccellenza, con torri, merli e fossato come pochi
esistono al mondo. La fortezza e residenza reale risale
al 1279 ad opera di Carlo d'Angiò e fu chiamata
"Castel Nuovo" per distinguerlo dai vecchi
Castel dell'Ovo e Castel Capuano. Informazioni Castel
Nuovo (Maschio Angioino) (foto
sotto): castelnuovo.comune.napoli.it/
.
A pochi passi dal Castello si trova Piazza Trieste
e Trento con lo splendido Teatro San Carlo,
il teatro lirico di Napoli fondato nel 1737, che resta
il più antico teatro d'opera del mondo ad essere
tuttora attivo. Prezioso tanto da essere stato inserito
dall'Unesco tra i patrimoni dell'umanità, ma
anche citato da Stendhal che nel 1817 scriveva: "...
Non c'è nulla in tutta Europa, che non dico
si avvicini a questo teatro, ma ne dia la pallida
idea. Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita...".
Informazioni Teatro San Carlo (foto
sotto): www.teatrosancarlo.it/it/pages/visite-guidate.html
. Proprio
di fronte al teatro, le scale della "Galleria
Umberto I", nata in onore di Re Umberto
alla fine del 1800 quale salotto cittadino. E da allora
mantiene la sua maestosità ed eleganza grazie
ai monumentali 4 ingressi, le statue e dipinti ammirati
ogni anno da milioni di turisti (foto
sotto). Alla sua inaugurazione nel 1890
coincise anche quella del "Salone Margherita"
emblema della "Belle Époque napoletana"
ospitato proprio in galleria.
All'uscita, sulla stessa Piazza Trieste e Trento,
si para davanti il duplice simbolo storico della città:
Piazza del Plebiscito sulla quale si affaccia
Palazzo Reale, residenza dal 1600 prima dei
vicerè e poi dei Borboni quali Reali di Napoli.
E proprio in mano ai Borboni Palazzo Reale progredì
con sontuosi ampliamenti che lo portarono ad essere
il vero centro di potere del sud Italia e non solo.
Oggi, a distanza di 400 anni mantiene il suo carattere
nobile con interni prestigiosi che di sicuro valgono
una visita. Informazioni su Palazzo Reale (foto
sotto): palazzorealedinapoli.org/info-visita/
. Davanti ad esso si apre in tutta la sua immensità
Piazza del Plebiscito che con i suoi
25mila mq avvolge un pezzo della storia di Napoli
(foto sotto). La piazza,
nata come "Foro Gioacchino" su indicazione
di Gioacchino Murat, governatore della città
sotto Napoleone, ospita sia la basilica di San Francesco
con il suo enorme portico di 50 gigantesche colonne,
posto all'ombra del quartiere Pizzofalcone, che due
statue equestri raffiguranti rispettivamente Re Carlo
III di Borbone e suo figlio Re Ferdinando I delle
sue Sicilie, nonchè ... una leggenda. Una credenza
che parte dalla "maledizione della Regina Margherita"
che durante il suo regno, una volta al mese, prometteva
libertà ai prigionieri che fossero riusciti
a percorrere "bendati" i 170 metri tra Palazzo
Reale e il centro della Piazza passando obbligatoriamente
tra le due statue equestri realizzate dal Canova.
Ancora oggi è una impresa impossibile!!! Lo
sanno bene i tantissimi turisti che da tutto il mondo
arrivano in piazza cimentandosi bendati ... quindi,
provare per credere. Suggestiva, poi, la possibile
visita alla sotterranea "Galleria Borbonica"
voluta da Ferdinando II di Borbone nel 1853 per il
transito delle truppe dal Palazzo Reale fino al porto
militare in zona Piazza Vittoria. Sono previsti vari
fantastici itinerari che faranno la gioia di adulti
e ragazzi. Informazioni: www.galleriaborbonica.com/it/
Da Piazza del Plebiscito
(fermata quasi obbligatoria per mitico caffè
e sfogliatella da Gambrinus, ndr)
- varrebbe la pena gustarsi per qualche ora la meravigliosa
Via Chiaia, ricchissima di negozi per uno shopping
di pregio - l'itinerario intrapreso percorre in leggera
salita Via Toledo (già Via Roma) con il lato
sinistro interamente abitato dai "quartieri
spagnoli". La zona, oggi occupata dai
quartieri San Ferdinando, Avvocata e Montecalvario,
nel 16esimo secolo vedeva accampate le truppe dei
Re spagnoli durante l'occupazione. Raggiungiamo l'intersezione
con Via Maddaloni > Via Capitelli che ci porteranno
a Piazza del Gesù Nuovo (il
cui esterno in "pietre appuntite" è
famoso per essere stato raffigurato sulle 1.000 lire)
per ammirarla insieme al Basilica (monastero)
di Santa Chiara con il suo meraviglioso chiostro
maiolicato (foto sotto).
Questi sono i luoghi dai quali parte la centralissima
"Spaccanapoli", ossia un
itinerario che dal Vomero porta sino a Piazza Garibaldi
(ideato dal viceré Pedro de Toledo per collegare
la parte bassa di Napoli con quella alta) e che noi,
da adesso in poi, percorrermo nella sua interezza.
(A pochi passi dopo Santa Chiara il consiglio
è una sosta presso "La Pastiera",
per degustare una, se non la migliore pastiera napoletana,
ndr). Ci si avvia quindi verso San Domenico
Maggiore (meravigliosa e coloratissima Basilica
che ospita anche 40 feretri di reali e nobili legati
al casato d’Aragona) nei cui pressi è
sita una delle meraviglie più ricercate di
Napoli se non dell'Italia intera: "il
Cristo velato". Il Museo Cappella
San Severo si presenta da solo:
una serie infinita di statue immortali, macchine anatomiche,
pavimenti marmorei multicolore, dipinti paradisiaci
... sono infatti quelli che accolgono i milioni di
visitatori che restano estasiati da questo magico
luogo. Al centro, circondato dai monumenti, "il
Cristo velato" splende nella sua insuperabile
bellezza. Una statua di marmo scolpita a grandezza
naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù
Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato
dallo stesso blocco della statua. Un'opera impossibile
da immaginare, se non vissuta con i propri sensi,
ma che l'artista napoletano Giuseppe Sanmartino realizzò
magistralmente nel 1753. Info su visite alla Cappella
(foto sotto) : www.museosansevero.it
Il percorso ora si snoda su Via San Biagio dei librai,
caratteristica strada stracolma di negozietti, bancarelle
e posti curiosi che attirano continuamente l'attenzione
ad ogni metro che si percorre. Qualche centinaia di
metri ed ecco incrociare altro mito del centro storico:
Via San Gregorio Armeno (la strada
dei presepi) anche questo uno stracult per i milioni
di turisti che in ogni stagione dell'anno l'affollano.
La stretta viuzza è colma di botteghe che espongono
materiali natalizi, presepi, statue e statuine delle
figure storiche del mondo intero (foto
sotto). In questo 2022 spiccheranno di
certo la Regina Elisabetta, Zelensky e Putin che prenderanno
posto sui presepi di tutti gli italiani. Affollata
ad ogni ora del giorno, l'intera zona diventa "impraticabile"
e non godibile nel periodo pre-natalizio e fino alla
Befana. Il consiglio migliore, quindi, è di
recarvisi nei giorni feriali dal lunedì al
giovedì. Molto interessante, anche, la
Napoli Sotterranea visitabile proprio da
queste parti. Proseguendo infatti fino alla fine di
San Gregorio Armeno, ci si imbatte nella Piazza San
Gaetano con la Basilica di San Lorenzo Maggiore e
l'ingresso per Napoli Sotterranea della "Associazione"
con i percorsi ufficiali che si snodano per chilometri
nella "città segreta" a 40 metri
di profondità. I primi manufatti di scavi sotterranei
risalgono a circa 5.000 anni fa. Nel III secolo a.C.,
i Greci aprirono le prime cave sotterranee per ricavare
i blocchi di tufo necessari alle mura e ai templi
della loro Neapolis. Nel 1987 Enzo Albertini, speleologo
e presidente dell’Associazione Napoli Sotterranea,
riportò alla luce una cava greca a circa 40
metri di profondità avviando una prima attività
conoscitiva de sottosuolo di Napoli. Informazioni
(foto sotto) : www.napolisotterranea.org/
.
Ritornati su Via San Biagio dei librai, la passeggiata
folcloristica sfocia su Via Duomo, e prima di imboccare
Via Forcella per la parte finale di Spaccanapoli,
proseguiremo in salita per arrivare al vero tesoro
di Napoli: San Gennaro e la sua dimora,
il Duomo della città. Il Duomo di Napoli,
noto anche come cattedrale di Santa Maria Assunta,
è il luogo in cui tre volte l’anno (il
primo sabato di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre)
è possibile assistere al rito dello scioglimento
del sangue di San Gennaro, il Santo
patrono di Napoli. Il complesso del Duomo nasce nel
1313 su un sito dedicato al Dio Apollo e attualmente
comprende sia la Basilica di Santa Restituta del '400
d.C. insieme al battistero di San Giovanni in Fonte,
che la cappella del Tesoro di San Gennaro che conserva
le reliquie del Santo. Ma chi era San Gennaro?
Nel 300 d.C. San Gennaro (forse nato Procolo di nome
e Gennaro di cognome, il 2 aprile 272 d.C.) era vescovo
di Benevento e durante un viaggio a Pozzuoli fu arrestato
e condannato ad essere sbranato dai leoni ma, la storia
vuole che i felini si inginocchiarono al cospetto
del 33enne vescovo. L'allora Governatore romano Dragonzio
ne ordinò quindi la decapitazione, che avvenne
il 19 settembre del 305. Ed è esattamente in
questa data che si celebra il Santo con feste in tutta
la città, anche alla luce della quasi scontata
"liquefazione del sangue" che avviene nel
Duomo. Incredibile ma vero: nello stesso momento,
la pietra sulla quale fu decapitato San Gennaro nel
305, conservata nella chiesetta a lui dedicata davanti
alla Solfatara di Pozzuoli, diventa rosso sangue (ne
sono stato personalmente testimone da vicinissimo,
ndr). Immancabile, poi, la visita alla Reale
Cappella del Tesoro di San Gennaro, cioè
un inestimabile patrimonio di oggetti di devozione
in oro, argento, bronzo e pietre preziose, donate
nel corso dei secoli al culto del Santo dai sovrani
napoletani e stranieri, dai papi e dal popolo.
L'itinerario di "Spaccanapoli" prosegue
discendendo Via Duomo e imboccando Via Forcella, l'acerrima
e tristemente nota strada che fino agli anni '80 era
classificata quale "zona camorristica per eccellenza".
Ora, invece, il tempo ha anche cancellato quei tristi
ricordi rendendola "la parte finale del nostro
itinerario" che riporta al punto di partenza
in Piazza Garibaldi. E a Forcella merita una sosta
la Real Casa dell'Annunziata, realizzata
nel 1304 e che comprendeva una chiesa, un ospedale,
un convento, un orfanotrofio e un ritrovo per le ragazze
senza dote. E proprio sul muro dell'ospedale la Regina
Sancia di Majorca, moglie del Re di Napoli Roberto
d’Angiò, fece costruire nel 1353 una
ruota girevole in legno conosciuta come “rota
dei gittatelli”, che serviva per accogliere
i neonati che solitamente erano abbandonati dai propri
familiari. Una volta all’interno della struttura
venivano poi lavati e battezzati. Da quel momento
diventavano i cosiddetti “esposti”, da
qui il "cognome Esposito"
molto diffuso a Napoli e poi nel mondo intero. La
ruota fu abolita nel 1875 ma è sempre visitabile.
Oggi l'ospedale pedriatico, seppure con soli due reparti
operativi, continua a svolgere il suo ruolo di amore
e solidarietà verso i bambini e le loro famiglie.
PS " ... è questo il luogo dove un
30 gennaio sono venuto alla luce io ... accolto dagli
splendidi occhi azzurri di mia madre Concetta".
Itinerario
mare e collinare -
L'itinerario (a piedi e/o in auto) porta da Santa
Lucia a Fuorigrotta abbracciando la zona collinare
della città. Il primo tratto riguarda il
quartiere di Chiaia, Mergellina
e Posillipo tutte posizionate sullo
splendido lungomare partenopeo. Si può partire
da Piazza Plebiscito lungo la luccicante Via Chiaia
per arrivare a Villa Pignatelli e poi scendere verso
la Riviera di Chaia per godersi una rilassante passeggiata
nella chilometrica Villa Comunale
costeggiata dall'incredibile lungomare di Via
Caracciolo e Via Partenope.
E' questa la zona che ospita le bellezze naturali
di Mergellina, della collina di Posillipo e della
"finestrella" di Marechiaro, ma anche
per raggiungere Castel dell'Ovo
non lontano dalla magnifica Santa Lucia. Sempre
da Chiaia si può salire a Castel
Sant'Elmo e visitare la Certosa
di San Martino per godere l'ineguagliabile
spettacolo del golfo. Per gli appassionati di calcio
non può mancare una visita allo Stadio
Diego Armando Maradona a Fuorigrotta. Scarica
la mappa dell'itinerario >>>

Itinerario museale - Decisamente più
lontano resta invece Capodimonte
con il suo rigoglioso e immenso Bosco e il piacevole
Museo raggiungibile anche dal centro città
proseguendo dopo Via Toledo su Via Enrico Pessina.
Sull'itinerario si incontra il Museo Archeologico
di Napoli con l'intera area dedicata alle
Belle Arti con l'Accademia, la Chiesa di Santa Maria
di Costantinopoli e la Galleria Principe di Napoli.
Dopo alcuni chilometri in salita, arrivati a Capodimonte,
meritano una sosta le Catacombe di San Gennaro
(foto sotto).
Sempre in questa zona si trova la meravigliosa location
del Cimitero delle Fontanelle nel
quartiere Sanità. Il cimitero è un
sito unico al mondo con il suo immenso ossario di
3mila mq. L'origine risale al XVI secolo ed è
legata alla storia e soprattutto alle disgrazie
del popolo napoletano. Questo luogo ospita infatti
nelle cosidette "Navate" (Navata dei preti,
Navata degli appestati, Navata dei pezzentelli)
le centinaia di migliaia di deceduti di 5 eruzioni
del Vesuvio, terremoti, pestilenze e rivolte popolari.
Ingresso completamente gratuito!!! Informazioni
(foto sotto): www.cimiterofontanelle.com/it/
Il golfo di Napoli - "Niente potrà
apparirmi più magico, delle albe sul golfo
di Napoli vissute il primo gennaio da via Petrarca".
Una dedica che rivolgo con nostalgia alla mia gioventù
"in bianco e nero", fatta di Amici veri
e passioni semplici, come quella di aspettare l'alba
dell'anno nuovo sul golfo affacciati a Via Petrarca,
degustando caffè e sfogliatella calda. Il
viaggio nel Golfo "più bello del mondo"
da Pozzuoli a Sorrento inizia alla Solfara
di Pozzuoli descritta come "inferno in terra"
e prosegue lungo i caotici e affollati corsi che
delimitano le litoranee cittadine di San Giovanni
a Teduccio, Barra, San Giorgio a Cremano
(dove si può ammirare il Museo
Nazionale delle Ferrovie di Pietrarsa
(foto sotto a sinistra),
un percorso nel tempo passato con oltre 55 treni
d'epoca). Ma da San Giorgio si snoda anche l'itinerario
"Il miglio d'oro" delle
"Ville
Vesuviane", quel tratto di fascia
costiera che dai quartieri napoletani di San Giovanni
a Teduccio e Barra conduce a Torre del Greco attraverso
San Giorgio a Cremano, Portici ed Ercolano, tra
il Vesuvio e il Golfo di Napoli. Il "Miglio
d'Oro" racchiude ben 122 sontuose ville e vasti
giardini, in stile rococò e neoclassico,
realizzate dalla corte dei nobili a seguito dei
Borbone che proprio in zona costruirono la Reggia
estiva. Informazioni "Ville Vesuviane":
www.villevesuviane.net/le-ville/altre-ville/
Una considerevole
attenzione merita "la parata dei Gigli
di Barra" (in analogia a quelli
di Nola) che si festeggia l'ultima domenica di settembre.
Una processione che vede impegnati giganteschi obelischi
di legno, rivestiti secondo le scelte degli organizzatori,
alti 25 metri portati a spalla da "una paranza"
di ben 128 persone ognuna. Il percorso caotico,
scenografico e musicale lungo le strade e vicoli,
sia di giorno che di notte, tende a divenire una
gara tra i "gigli" stessi, anche se poi
un vincitore vero non c'è. Assistere significa
anche partecipare metro dopo metro con il cuore
ed il corpo alla scenografica "ballata dei
gigli". Quest'anno "la parata" in
onore di Sant'Antonio e Sant'Anna ha celebrato i
200 anni di storia.
Proseguendo
sul corso principale della litoranea arriviamo a
Portici, già sede fal 1738
della Reggia
di Portici quale dimora estiva dei
Re Borbone. Ma Portici resta anche nel guinnes per
aver dato alla luce nel 1839 la prima ferrovia tra
Portici e Napoli. Ripartendo, a pochi minuti ci
ritroviamo ad Ercolano, comune
che ospita una delle due cittadine sommerse dall'eruzione
del Vesuvio nel 79 d.C. Il sito
archeologico degli "Scavi di Ercolano"
è concentrato ma curato e tenuto in ordine
rendendo la visita non stancante.
Da Ercolano
a Torre del Greco il passo è
breve, ed è proprio dalla famosa città
del "Corallo Rosso" che parte il miglior
itinerario per il Vesuvio (foto
sotto a destra). Una arrampicata durissima
prima in auto e poi a piedi che giunge dopo 1277
metri fino al cratere del "vulcano sonnecchiante"
largo 400 metri e profondo 300. L'appellativo nasce
per definire questo vulcano "inattivo"
ma che si estende nel sottosuolo fino ai Campi Flegrei
e alla Solfatara di Pozzuoli. La cura di questo
"gigante di fuoco", con i suoi 400mila
anni di età e che nel 1944 ha avuto la sua
ultima eruzione, è affidata al Parco
Nazionale del Vesuvio, amministratore
del "territorio vesuviano" nei 18 comuni
ospitanti. Informazioni: www.parconazionaledelvesuvio.it/
Lasciata Torre
del Greco si può percorrere l'autostrada
fino a Pompei per la dovuta visita agli scavi che
tutto il mondo invidia. Gli "Scavi
di Pompei" (foto
sotto) sono infatti un colossale sito
archeologico riconosciuto "Patrimonio Mondiale
dell’Umanità" che "racconta"
la città romana distrutta dall'eruzione del
Vesuvio il 25 agosto del 79 d.C. insieme ad Ercolano.
Unica differenza tra loro e dato dal tempo necessario
a visitarne i resti, che sono alcune ore per Ercolano,
ma quasi una giornata intera per Pompei, visti i
tre lunghi itinerari principali di 2, 3 e 5 ore.
Gli scavi, iniziati nel 1748, hanno portato alla
luce un centro urbano che rappresentava il potere
dell’Impero romano nel sud della penisola.
Una città fiorente di 20mila abitanti che
vivevano di commerci, ma anche di agricoltura e
pastorizia. Pompei era poi ricca di ville lussuose
per i nobili dell'Impero in vacanza, approfittando
degli splendidi paesaggi e del clima salubre. Informazioni:
pompeiisites.org/
Da Pompei si
prosegue in direzione Castellammare di Stabia per
imboccare la "S.S. Sorrentina" che in
circa 2 ore ci porterà sulla Penisola
Sorrentina, (foto sotto)
uno dei luoghi più ricercati dai turisti
di tutto il globo visto che condivide sia il paradisiaco
Golfo di Napoli che quello di Salerno con Positano
e Amalfi in prima fila. Sorrento
rimane, quindi, l'hub ideale dal quale partire per
tutte le esplorazioni (anche di Napoli) visto che
si raggiunge sia con Aliscafo in 40 minuti che con
treno in meno di 1 ora. Da Sorrento poi si parte
anche per Ischia, Procida, Capri, Positano, Amalfi
e numerose località attraverso "le vie
del mare". Ma prima della "Divina costiera"
sarebbe meglio passare qualche giorno di relax in
questa "vera Perla" della quale è
facile innamorarsi come se fosse una "Sirena
incantatrice". Mare da favola nel quale si
specchiano paradisiaci panorami, la rendono vivibile
per tutto l'anno con indubbi benefici per la salute
mentale e corporea. Provare per credere ...
Isole del Golfo - Le ho sempre definite le
"isole dei cinque sensi" ... perchè
solo vivendole ci si può invaghire dei loro
colori, sapori, rumori, odori e sensazioni che trasmettono.
Le "isole dell'Amore", quelle con la "A"
maiuscola, sono Capri, Procida e Ischia, anzi secondo
Edoardo Bennato (che la decanta in un suo famoso testo
musicale) esiste anche " l'isola che non c'è:
Nisida". L'isolotto, infatti, è ora collegato
con una strada alla collina di Posillipo e non è
accessibile in quanto ospita un carcere minorile.
Capri
per antonomasia è il "sogno trasformatosi
in realtà". Basta approdarci
per capire il perchè resta il mito turistico
del mondo intero. Dai Faraglioni al Salto di Tiberio,
passando per Marina Piccola e Marina Grande e ancora:
la Grotta Azzurra ma anche la Piazzetta e l'intero
universo di viuzze e giardini. Tutte le sue paradisiache
bellezze invitano a una vita dolce e suadente. L'isola
è suddivisa in 2 comuni: Capri e Anacapri,
con spettacolari paesaggi. Anacapri è deliziosa
con il suo centro storico colmo di stradine nelle
quali perdersi amorevolmente. E poi Monte Solaro in
funivia e le acque turchesi con le terrazze situate
nelle rocce di Punta Carena con l'immenso Faro. A
Capri: i tre Faraglioni sono Stella, Saetta e Scopolo,
immensi massi rocciosi che si ergono dalle acque blu
del mare. Saetta è alto ben 109 metri, Stella
invece è traforato da una grotta naturale,
mentre Scopolo è noto per la sua 'lucertola
azzurra' mimetizzata con i colori di cielo e mare.
Immancabile anche un giro in barca nella Grotta Azzurra
che estasia per i suoi scintillanti riflessi. Villa
Jovis (già villa romana dell'Imperatore Tiberio)
vi stupirà per i suoi ambienti insieme alla
notissima Via Krupp lastricata di punti di osservazione.
E' facile anche raggiungere gli splendenti Giardini
di Augusto con vedute mozzafiato (foto
sotto a sinistra). Il tour ideale termina
sempre in Piazzetta, vero cult della bella vita caprese.
A Capri ci si arriva via mare da Napoli, Sorrento,
Ischia ed in estate anche da Salerno, Positano e Amalfi.
Ischia " ... a primma vota ca nce
sò venuto ‘ncopp’ a stu scoglio
d’oro illuminato, senza parola sò rimasto
..." scriveva Totò in una sua poesia.
Non aveva torto. La notissima "isola verde"
ha infatti tutti i connotati della perfezione ...
dalla vivibilità ai paesaggi fino alle proprietà
salutistiche che offrono le sue acque marine e termali.
Nata nel 1300 da una eruzione vulcanica, è
sempre stata sotto dominio di varie potenze che se
la contendevano proprio per la sue eccellenti salubrità.
Il territorio è condiviso da sei comuni: Forio,
Lacco Ameno, Casamicciola Terme, Ischia, Barano d'Ischia
e Serrara Fontana, con i loro 20mila residenti. Naturalmente
le centinaia di migliaia di turisti che affollano
l'isola hanno ben da spaziare con tutte le meraviglie
offerte: Il Castello Aragonese a Ischia Ponte collegato
alla terraferma da un istmo in pietra (foto
sotto al centro), fatto realizzare da
Alfonso V d’Aragona; i Giardini Poseidon Terme
a Forio, l’ideale per trascorrere una splendida
giornata immersi nel verde rigoglioso della collina
di Punta Imperatore, con ben 22 piscine; Negombo a
Lacco Ameno che oltre a parco termale, è anche
location per concerti e spettacoli teatrali; Sant’Angelo
è uno splendido borgo dai colori pastello.
Il suo porticciolo e la piazzetta con boutiques e
ristoranti, lo fanno spesso paragonare a Capri. Da
non far mancare un tour in barca circumnavigando l'isola.
A Ischia ci si arriva via mare da Napoli, Pozzuoli,
Procida, e solo d'estate anche da Salerno, Amalfi,
Positano, Sorrento, Capri e Formia.
Procida
è stata dichiarata "capitale della cultura
italiana 2022" (foto
sotto a destra). L'isola
accoglie i visitatori con le sue casette multicolore
nel variopinto porto di Marina Grande, ma vanta una
consistente serie di location d'interesse: il Palazzo
Montefusco, la Chiesa di Santa Maria della Pietà,
il borgo fortificato di Terra Murata con il Palazzo
D’Avalos e l’abbazia di San Michele Arcangelo.
Altro borgo interessante è quello di Casale
Vascello, ai piedi di Terra Murata. Rinomate, poi,
le sue spiagge: della Chiaiolella, Chiaia, il Ciraccio,
del Pozzo Vecchio ... quest'ultima oramai conosciuta
quale "spiaggia del postino" resa celebre
dall'omonimo film di Massimo Troisi. La storia isolana
è legata a quella dei Campi Flegrei in quanto
nata vulcanica, e al capoluogo Napoli sia per le origini
abitative che per le numerose occupazioni militari.
Procida è una isola minima con i soli 3,7 kmq
che ospitano i suoi 10mila abitanti. Sul territorio
praticamente è assente il traffico veicolare,
anche per la inutilità di automobili, mentre
è ricca di biciclette, motorini e tricicli,
ideali mezzi di trasporto di residenti e turisti che
per tutto l'anno accorrono ad affollare questo ameno
luogo per visitare le ben 14 chiese e i 20 palazzi
nobiliari presenti. A
Procida si arriva via mare da Napoli, Pozzuoli e Ischia.
Napoli curiosa - I partenopei sono curiosi
di natura e questo ha sviluppato il mito, appunto,
delle "stranezze napoletane" ... Napoli
è quindi la patria mondiale delle curiosità:
fate un giro nei mercati di Porta Nolana e Porta Capuana
e ne vedrete di belle ... Ecco una carrellata di quelle
più note: A Via San Biagio dei librai esiste
l'unico "Ospedale delle bambole"
al mondo. "Le fermate dell'arte"
della Metropolitana linea 1 con particolare riguardo
a"Toledo". La "sedia della
fecondità" in Vico Tre Re a Toledo,
13 ai Quartieri Spagnoli. Napoli è
solo 5^ nella classifica mondiale dei residenti napoletani:
1 posto per San Paolo (Brasile), 2 Buenos Aires (Argentina),
3 Rio de Janeiro (Brasile), 4 Sydney (Australia),
5 Napoli (Italia), 6 New York (USA), 7 Londra (GB),
8 Toronto (Canada), 9 e 10 Berlino e Monaco di Baviera
(Germania)."Le cravatte di Marinella"
sono state indossate da John Kennedy, Gianni Agnelli,
Luchino Visconti, Aristotele Onassis, Winston Churchill,
Daniel Craig, James Bond, ed è esposta anche
al Museum of Modern Art di New York. Da provare "la
sfogliatella fritta" di Cuori di Sfogliatella
portabandiera della sfogliatella nel mondo. I giganteschi
"Murales" di Maradona,
Che Guevara e lo scugnizzo Niccolò a Scampia;
San Gennaro a Forcella; Pasolini e Angela Davis alla
Metro di Via Gobetti; Maradona a Via Taverna del Ferro
a San Giovanni a Teduccio; Parco dei Murales a Ponticelli;
Troisi-Benigni al Palasport di San Giorgio a Cremano.
"Farmacia degli Incurabili",
annessa all’ospedale rinascimentale di Santa
Casa degli Incurabili, a pochi passi da Spaccanapoli,
la Farmacia è un vero e proprio gioiello barocco.
Le immense scalinate di Napoli: "La
Pedamentina di San Martino" scende impervia dal
piazzale antistante la Certosa di San Martino e arriva,
con 440 gradini, fino a Spaccanapoli. La scalinata
fu costruita a partire dal XIV secolo e attraversa
orti e altri spazi verdi appartenuti un tempo alla
Certosa. Altra scalinata scenografica è "il
Petraio" che collega Castel Sant’Elmo con
Chiaia, è situata proprio dietro la stazione
della funicolare di Montesanto. Santa Patrizia
"protettrice dei single" ogni 25
agosto si liquefa il sangue nella chiesa a San Gregorio
Armeno. Gli "Acquaiuli"
nei loro chioschi offrono bevute rinfrescanti di "limonata
a cosce aperte". Anticamente l'acquaiuolo era
un venditore ambulante e girava per la città
con grandi anfore di creta chiamate “mummare”
che riuscivano a tenere l'acqua in fresco fino a 12
ore. Ecco gli attuali chioschetti più rinomati:
Lello Delle Granite in Via Casanova. Aurelio alla
Riviera di Chiaia, 61 e Via Gian Lorenzo Bernini,
38. Carmela ’Acquafrescaio' in Via dei Tribunali,
30. Chiosco in Via Luca Giordano, 130. Oasi Chiaia
in Via Chiaia, 154. Chalet dei Platani in Piazza Sannazzaro,
199. Aquaiuolo in Piazza Trieste e Treno, 4. E ancora:
Napoli sotterranea, Cimitero Fontanelle, Sangue di
San Gennaro, Mistero di Piazza Plebiscito.
"Uno
stile di vita" Made in Naples. Napoletani
ci si nasce e non ci si diventa per un atto del Comune
o per una benemerenza. Lo sanno bene i personaggi
che nei secoli hanno arricchito il "Made in Naples"
con le loro arti e scienze: Scarlatti, Paisiello,
Cimarosa, Di Giacomo, Sannazzaro, Giordano Bruno,
Caruso, Giambattista Vico, Salvo D'Aquisto, Pino Daniele,
Luciano De Crescenzo, Eduardo e Peppino De Filippo,
Tina Pica, Nino Taranto, Vittorio De Sica, Sophia
Loren, Matilde Serao, Lina Sastri, Bud Spender, Giuseppe
Moscati, Torquato Tasso, Antonio De Curtis (Totò),
Massimo Troisi, Luigi Vanvitelli, Edoardo Bennato,
Patrizio Oliva, Fratelli Abbagnale ... E poi c'è
Diego Armando Maradona (!!!) che ha regalato alla
città gioie infinite restando nel cuore di
tutti.
La gastronomia napoletana - Dal classico
e insuperabile "Ragù napoletano"
alle "Salsicce e Friarielli" passando per
le mitiche "Sfogliatelle" e "Pastiere"
fino all'inimitabile "Caffè", la
tavola dei napoletani è sempre apparecchiata
e non ha eguali al mondo. Centinaia di portate classiche
troneggiano durante tutto l'anno a seconda delle celebrazioni
e festività, ma anche solo per il pranzo domenicale,
che inizia verso l'una e potrebbe anche terminare
con il tg delle 20. Minestra maritata, Zuppa di cozze,
Capretto, Casatielli, Pizze chiene, Tortano, Carciofi
e Fave, Fellata, Pastiera e liquori vari ... a Pasqua.
Minestra maritata, Sartù di riso, Lasagne,
Vermicelli e vongole, Manfredi e ricotta, Brasciole,
Insalata di rinforzo, Frutti di mare, Baccalà,
Stocco, Capitone, Salsicce e friarielli, Scarola mbuttunata,
Frutta secca, Struffoli, Roccocò, Pastiera,
Nocillo ... a Natale e Capodanno. E la domenica? Ruoto
di maccheroni, Polpettone, Capretto con patate, Polpette
al ragù, Pesce di tutti i tipi, Peperoni e
Melanzane mbuttunate, Melanzane a fungtiell, Frutta
secca, Sfogliatelle e Liquore fatto in casa con onnipresente
caffè ... Per i giorni feriali, invece, gran
successo per Genovese, Pasta e patate con e senza
provola, Gnocchi, Soffritto, Fagioli con le cotiche,
Trippa, Baccalà, e soprattutto le rimanenze
della domenica ... Buon appetito !!!
Informazioni su Napoli: seppure
spesso è indicata come una città pericolosa,
non vi è motivo di visitarla e viverla con
la continua paura che accada qualcosa di terrorizzante.
Come tutte le città metropolitane italiane,
è di sicuro caotica, chiassosa e spesso irritante
per traffico e assembramenti di persone ma, con le
dovute e obbligatorie cautele, non offre spunti peggiori
di tante altre. Ecco
i migliori consigli della Polizia di Stato >>>
Soggiornare
a Napoli (Indicazioni
indipendenti non pubblicitarie - free non-advertising
review):
nei
dintorni della Stazione Centrale è presente
l'eccellente "Huna Hotels" in Piazza Garibaldi
10. In Piazza Municipio è interessante il "Mercure
Hotel". Sul lungomare Caracciolo si trovano le
storiche le presenze del "Royal Hotel" e
del vicino "Hotel Excelsior".
Pranzare
e cenare a Napoli (Indicazioni
indipendenti non pubblicitarie - free non-advertising
review):
La Locanda Gesù
Vecchio, Via Giovanni Paladino 26 (Università
Federico II). Trattoria Don Vincenzo, Via San Biagio
Dei Librai 60. Trattoria Da Concetta, Via Speranzella
19 (Quartieri Spagnoli). Trattoria da Nennella, Vico
Lungo Teatro Nuovo, 103/104/105. La Mattonella, Via
Giovanni Nicotera 13 (Chiaia). L'Osteria, Via Santa
Maria in Portico 57A (Riviera di Chaia). Trattoria
da Giovanni, Via Soprammuro 9 (Porta Nolana). Antica
Trattoria da Carmine, Via Tribunali 330 (San Gregorio
Armeno). Cantina del Gallo, Via Alessandro Telesino
21 (Rione Sanità). Pizzeria Sorbillo, Via dei
Tribunali 32 - Via Partenope 1 - Via Palepoli 8. Antica
Pizzeria da Michele, Via Cesare Sersale 1. Pizzeria
Starita, Via Materdei 27/28.
Arrivare
a Napoli: eccellenti
i collegamenti aerei dall'aeroporto internazionale
di Capodichino che trasporta quasi 8 milioni di viaggiatori
in tutta Europa e non solo: www.aeroportodinapoli.it/.
Napoli è servita anche dal treno ad
alta velocità che la unisce alle maggiori
città d'Italia in pochissime ore. Le autostrade
che passano dalla città sono la A1 Napoli -
Milano, la A2 - A3 per Reggio Calabria e la A16 per
la Puglia e l'Adriatico. Napoli ha anche un'ottima
Tangenziale che la collega ai quartieri e paesi limitrofi.
(Reportage giornalistico e comunicativo
senza recensioni commerciali - Journalistic and communicative
reportage free from commercial reviews). La
nostra gratitudine a Raimondo De Giorgio per l'apprezzata
supervisione. Si
ringrazia il Comune di Napoli per i contributi informativi
e fotografici.
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Il
Clima -
Il clima di Napoli è di tipo mediterraneo,
soleggiata e con temperature miti. La presenza
del mare vicino provoca alcuni episodi di
pioggia nelle stagioni più fresche.
Le stagioni più piovose sono autunno
e inverno, in particolare i mesi di ottobre
e novembre, seguita dai mesi invernali. Il
soleggiamento a Napoli è molto buono
in estate, buono a maggio e settembre per
complessive 2.400 ore di sole all'anno. I
periodi migliori per visitare Napoli vanno
da aprile a giugno e da settembre ad ottobre,
ma vanno messe in conto alcune giornate piovose,
soprattutto da metà aprile a metà
maggio e da metà settembre a inizio
ottobre. Luglio e Agosto sono mesi affollati
soprattutto sulle isole del golfo e penisola
sorrentina - amalfitana. In questi due mesi
si possono trovare molte giornate soleggiate
e non eccessivamente calde ma anche caldo
e afa che possono rendere non piacevoli le
passeggiate cittadine.
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