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Redazione
Brexit, dopo 47 anni e con un referendum nazionale, il Regno Unito è fuori dalla Unione Europea



Brexit, da oggi il Regno Unito è fuori dalla Unione Europea. Il premier Boris Johnson esulta e dichiara: "Nel 2021 saremo liberi di fare le cose in modo diverso e, se necessario, meglio, rispetto ai nostri amici nell'Ue". Ecco tutte le norme che regolano l'accordo di uscita dalla UE:

I MOVIMENTI DELLE PERSONE - Cambiano le regole anche qui: tutti i movimenti dal primo gennaio saranno soggetti alle legislazioni dell'Ue e del Regno Unito applicabili ai cittadini di Paesi terzi.
Coloro che si trovavano già in una situazione 'transfrontaliera' tra Ue e Regno Unito prima del primo gennaio 2021 sono coperti dall'accordo di ritiro, che protegge i loro diritti anche nel campo della sicurezza sociale. Per gli altri, il Regno Unito ha rifiutato di includere nell'intesa un capitolo sulla mobilità o qualsiasi clausola che faciliti le visite di breve termine e i soggiorni a lungo termine, con la sola eccezione dei viaggi d'affari. L'accordo non copre il diritto di entrare, lavorare, risiedere o stare per qualsiasi cittadino Ue nel Regno Unito e per i cittadini del Regno Unito nell'Ue. Sono previste tuttavia misure per proteggere i diritti previdenziali di chi si sposta temporaneamente per lavorare nell'Ue dal Regno Unito e viceversa.

   

NUOVE BARRIERE - A partire dal primo gennaio 2021, il Regno Unito, terminato il periodo di transizione dopo la Brexit (che è già avvenuta, a fine gennaio 2020), perderà tutti i diritti e tutti i doveri che aveva, come membro dell'Ue. Non beneficerà più dell'accesso "senza ostacoli" al mercato unico e all'unione doganale, né farà più parte delle politiche Ue e degli accordi internazionali siglati dall'Unione, inclusi quelli di libero scambio con Paesi terzi. Questo, sottolinea la Commissione, creerà "inevitabilmente" nuove barriere al commercio di beni e servizi, barriere che oggi "non esistono", e in entrambe le direzioni. Anche se l'accordo "servirà a limitare i problemi" rispetto ad una situazione di no deal, le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini su entrambe le sponde della Manica saranno "inevitabilmente colpiti", avverte l'esecutivo Ue. L'accordo di libero scambio segue quello di ritiro, chiuso nell'ottobre 2019, che regolava i termini dell'uscita del Regno Unito dall'Ue. All'accordo di ritiro era allegata una dichiarazione politica, che fissava le direttrici del negoziato sull'accordo sulla relazione futura, che è stato poi concluso il 24 dicembre. L'applicazione dell'accordo di ritiro, in particolare il protocollo sull'Irlanda e l'Irlanda del Nord, è stata messa in pericolo dall'approvazione di una legge britannica sul mercato interno, in settembre: dopo l'avvio di una procedura di infrazione, l'Ue e il Regno Unito il 17 dicembre si sono accordati, con la cancellazione da parte britannica delle parti della legge sul mercato interno che violavano l'accordo di ritiro.

IL COMMERCIO - L'accordo, lungo oltre 1.200 pagine, copre diversi ambiti, anzitutto gli scambi commerciali. Il Regno Unito è un mercato importante per l'Ue: nel 2019 il 13% delle esportazioni verso Paesi terzi andava Oltremanica, mentre il Regno Unito realizzava con l'Unione circa la metà dei suoi interscambi con l'estero. Finora, il Regno Unito era un Paese membro dell'Ue (o era trattato come tale negli ultimi 11 mesi) e il commercio non incontrava ostacoli, perché il Regno faceva parte dell'unione doganale e di un ambito omogeneo di standard, regole, sistemi di sorveglianza e di enforcement. Il primo gennaio 2021 il Regno Unito lascerà l'Unione doganale, pertanto non beneficerà più, in linea di principio, della libertà di circolazione delle merci. Anche con l'accordo in vigore, le imprese dovranno affrontare "nuove barriere commerciali", cosa che "aumenterà i costi", e quindi, presumibilmente, i prezzi al consumatore finale e comporterà la necessità di "aggiustamenti" nelle supply chain tra Ue e Regno Unito, che oggi sono strettamente integrate. Per conservare il più possibile la relazione mutualmente benefica che le lega, l'Ue e il Regno Unito hanno concordato di creare un'area di libero commercio senza dazi né quote sui prodotti, dei meccanismi di cooperazione in campo normativo e doganale, nonché un meccanismo che assicurerà una "concorrenza equa e leale".

L'ECCEZIONE NORDIRLANDESE - Le norme sul commercio non si applicano all'Irlanda del Nord, che godrà di uno status speciale, in base al protocollo sull'Irlanda allegato all'accordo di ritiro, che mira a impedire il risorgere di un confine fisico tra le due Irlande.

EVITATI SUPERDAZI SU CARNI - Per dare un'idea di quello che l'accordo evita, basti il fatto che, senza di esso, prodotti come la carne di manzo, i latticini, il pollame, il maiale, l'agnello, i cereali, lo zucchero e alcuni alimenti lavorati avrebbero subito dazi nella misura del 50% o più del valore, in base alle norme della Wto. Anche altri prodotti sarebbero stati penalizzati, come quelli tessili, con dazi del 12%, e le calzature, del 17%. Dazi simili avrebbero danneggiato i produttori e i consumatori su entrambe le sponde della Manica. Ciò nonostante, il commercio tra Ue e Regno Unito sarà, dal primo gennaio in poi, molto diverso da com'è oggi.

LE 'REGOLE DI ORIGINE', BARRIERA AL REBRANDING - In particolare, varranno le regole sull'origine del prodotto, per stabilire se ricade o meno nell'ambito delle condizioni di favore previste dall'accordo; tutte le merci importate dovranno essere sdoganate e dovranno rispettare tutte le norme del Paese importatore (il che vorrà dire molto più lavoro burocratico); tutte le merci importate nell'Ue dovranno rispettare le norme dell'Unione e saranno soggette a controlli sanitari, di sicurezza eccetera. L'accordo prevede, in base alle regole della Wto, il diritto di entrambe le parti di applicare misure di difesa commerciale, incluso uno speciale meccanismo di salvaguardia per proteggere gli agricoltori da aumenti delle importazioni o crolli dei prezzi. Le regole di origine servono a determinare la 'nazionalità economica' del prodotto, quando viene realizzato con componenti o ingredienti di diversa provenienza. Le norme mirano ad assicurare che il prodotto che beneficia dei vantaggi dell'accordo sia o interamente realizzato nell'area di libero scambio (Ue più Regno Unito) oppure lavorato o processato nella stessa in misura sufficiente, per esempio fissando un limite per il valore dei materiali non 'autoctoni' che possono essere utilizzati per beneficiare dell'accordo. Queste norme assicurano che l'accordo benefici gli operatori dell'area, impedendo che venga aggirato. Nel dettaglio, è prevista anche una norma sul 'cumulo', che permette ai commercianti di tenere conto non solo dell'origine dei materiali utilizzati, ma anche della lavorazione avvenuta nell'Ue o nel Regno Unito, in modo da 'catturare' il valore aggiunto nell'area di applicazione dell'accordo. Gli esportatori potranno pertanto autocertificare l'origine delle merci, cosa che dovrebbe facilitare le cose e ridurre gli ostacoli burocratici.

IL NODO DELLE DOGANE - Sono previsti meccanismi di cooperazione tra le autorità doganali, per cercare di ridurre il carico di lavoro amministrativo che il divorzio inevitabilmente comporterà. E incluso nell'accordo un protocollo per combattere le frodi sull'Iva. L'intesa contiene anche disposizioni per rendere le cose meno complicate nel campo delle dichiarazioni di conformità delle merci. Ue e Regno Unito hanno anche concordato misure specifiche per facilitare gli scambi in alcuni settori strategici, come l'automotive, i prodotti chimici, il vino e i prodotti biologici. Tutto questo non riguarderà l'Irlanda del Nord dove, in base al protocollo allegato all'accordo di ritiro, si applicheranno alle merci in arrivo dalla Gran Bretagna il diritto Ue, incluso il codice delle Dogane, le leggi sulle merci, sui controlli veterinari, sui prodotti agricoli, sull'Iva. Pertanto, dal primo gennaio 2021 le merci che arriveranno nell'Ulster dalla Gran Bretagna costituiranno importazioni a tutti gli effetti. Sono previste facilitazioni, limitate nel tempo, per i fornitori britannici di supermercati nordirlandesi, per esempio per quanto riguarda le carni, fresche e congelate.

CAMBIANO LE REGOLE PER GLI ANIMALI DOMESTICI - L'accordo riguarda anche gli animali domestici: dal primo gennaio cani, gatti e furetti introdotti nell'Ue e in Irlanda del Nord dovranno avere un certificato di salute animale (senza che sia richiesto un test anticorpale per la rabbia).

I SERVIZI E IL 'PASSAPORTO' UE - L'intesa riguarda anche i servizi. Dal primo gennaio, il Regno Unito non beneficerà più della libertà di circolazione delle persone, della libera prestazione di servizi e della libertà di stabilimento. Pertanto i fornitori di servizi britannici perderanno il diritto automatico di fornire servizi nell'Ue. Per continuare ad operare, potrebbero dover creare filiali nell'Unione. In ogni caso, perderanno il 'passaporto' Ue, che consente ad un'impresa autorizzata in uno Stato Ue di erogare prestazioni in tutti gli altri Stati, alle stesse condizioni. Ora dovranno operare Paese per Paese, rispettando norme nazionali che spesso variano. E' però previsto un accordo di cooperazione nei servizi professionali e di impresa, come i servizi di auditing, legali, di architettura), le telecomunicazioni, le spedizioni, servizi digitali, finanziari, ricerca e sviluppo, trasporti e servizi ambientali. Alcuni settori sono esclusi dalla liberalizzazione, come i servizi pubblici, servizi di trasporto e alcuni servizi audiovisivi. Nei servizi è prevista la clausola della nazione più favorita, che consente all'Ue e al Regno Unito di rivendicare per sé qualsiasi trattamento più favorevole concesso dall'Ue o dal Regno Unito ad un Paese terzo su servizi e investimenti.

I SERVIZI FINANZIARI - Per quanto riguarda i servizi finanziari, le parti si impegnano a mantenere aperti i rispettivi mercati agli operatori della controparte. Ma non è incluso nell'accordo "alcun elemento" legato all'equivalenza per i servizi finanziari. Le decisioni di equivalenza sono atti con cui la Commissione riconosce che il regime di regolamentazione o di vigilanza finanziaria di alcuni Paesi terzi è equivalente al quadro dell'Ue. L'obiettivo è siglare un memorandum d'intesa per i servizi finanziari entro marzo 2021. L'accordo copre anche i servizi digitali, i diritti di proprietà intellettuale e le indicazioni geografiche.

INDICAZIONI GEOGRAFICHE PROTETTE SOLO IN PARTE - In quest'ultimo ambito, molto importante per l'agroalimentare italiano, tutte le indicazioni geografiche Ue registrate entro la fine di dicembre 2020 saranno protette nel Regno Unito, grazie all'accordo di ritiro. Ma non è stato possibile concordare con il Regno Unito alcuna garanzia per le indicazioni geografiche che verranno registrate in futuro. Negli appalti pubblici è previsto un grado di apertura reciproca molto più elevato di quello richiesto dalla Wto.

L'ENERGIA - C'è anche l'energia, dato che Ue e Regno Unito sono molto legati su questo piano: Londra è un importatore netto di energia e riceve il 5-10% dell'energia elettrica che consuma dall'Ue e il 17% del gas. Il primo gennaio 2021 la Gran Bretagna lascerà il mercato interno Ue dell'energia (non l'Irlanda del Nord, che rimarrà dentro). Lascerà l'Ets (Emissions Trading System), l'Euratom e il mercato unico per i materiali radioattivi. L'accordo stabilisce un quadro per la cooperazione in campo energetico. Il Regno Unito stabilirà i propri obiettivi nel campo della lotta al cambiamento climatico. Tuttavia, Ue e Regno Unito concordano che l'accordo di Parigi del 2015 costituisce un "elemento essenziale" della loro partnership e qualsiasi violazione di questo elemento "essenziale" da parte di un contraente "dà all'altra parte il diritto di concludere o di sospendere l'accordo, in tutto o in parte". Entrambe le parti ribadiscono l'obiettivo di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.

LA CONCORRENZA - Il cuore dell'accordo riguarda il level playing field, cioè la tutela della concorrenza leale nell'Ue. Viene introdotto un meccanismo che consentirà a ciascuna parte di adottare "misure unilaterali" per reagire "velocemente", nel caso in cui un sussidio crei un "forte effetto negativo" sul commercio o sugli investimenti tra Ue e Regno Unito. La stessa possibilità di introdurre "misure unilaterali" è prevista in caso di "divergenze significative" nel campo della tutela del lavoro, sociale, del clima o dei sussidi, "ove tali divergenze abbiano un impatto significativo sul commercio o gli investimenti tra le parti". Questo potrebbe accadere, per esempio, se una parte dovesse innalzare significativamente i livelli di tutela ambientale o dei lavoratori, cosa che comporterebbe un aumento dei costi, cioè uno svantaggio competitivo. Oppure nel caso in cui una parte sussidiasse le proprie imprese, distorcendo il mercato e avvantaggiando le proprie aziende a scapito di quelle della controparte.

I TRASPORTI - Sono un'altra area fondamentale: ogni anno vengono trasportati tra l'Ue e il Regno Unito 210 mln di passeggeri e 230 mln di tonnellate di merci, per via aerea, marittima, su gomma e su ferro. Diventando un Paese terzo e lasciando il mercato unico e l'unione doganale, il Regno Unito ha scelto di non beneficiare più della libertà di movimento di persone e merci. Dal primo gennaio 2021, per esempio, le compagnie britanniche non saranno più considerate compagnie Ue e, pertanto, non potranno avere gli stessi diritti di traffico nello spazio aereo Ue. Potranno attraversare lo spazio aereo Ue, fare scali tecnici nell'Ue, effettuare collegamenti tra il Regno Unito e una destinazione Ue, ma non potranno più collegare due punti all'interno dell'Ue, né effettuare voli tra il Regno Unito e due Stati Ue (per esempio Manchester-Monaco-Varsavia). E neanche potranno trasportare passeggeri, né merci, tra il Regno Unito, un Paese Ue e un Paese terzo (per esempio un volo Londra-Amsterdam-Bangkok). Cambierà anche il livello di tutela dei diritti dei passeggeri, perché il Regno Unito diverrà un Paese terzo: i diritti previsti per i passeggeri Ue non si applicheranno più ai voli gestiti da una compagnia britannica tra l'Ue e il Regno Unito. Per il trasporto su gomma, l'accordo prevede una "quota" di accesso libero point-to-point per gli operatori che trasportano merci su strada tra Ue e Regno Unito. Questo significa che gli autotrasportatori britannici potranno portare merci nell'Ue e fare ritorno, anche senza carico. Lo stesso vale per gli autotrasportatori Ue. Senza l'accordo, il numero di autotrasportatori autorizzato sarebbe stato "molto piccolo", sottolinea la Commissione. I collegamenti via autobus tra Ue e Regno Unito potranno continuare regolarmente.

NIENTE VISTI PER VISITE BREVI - Non saranno però per forza necessari i visti per ogni viaggio. L'Ue ha già previsto per i britannici il diritto di effettuare visite brevi, fino a 90 giorni all'interno di un periodo di 18o giorni, senza bisogno di visto. Il Regno Unito ha deciso di consentire le visite di breve termine ai cittadini Ue senza visto. Se il Regno Unito dovesse decidere di imporre l'obbligo di visto, l'Ue farà scattare la reciprocità.

LA PESCA - E' stata uno dei nodi più intricati del negoziato: ogni anno i pescherecci dell'Ue pescano per un valore di 637 mln di euro in acque britanniche, il 12% del totale, anche se si va da meno dell'1% per la Spagna al 33% per la Danimarca, al 38% per l'Irlanda e al 43% per il Belgio. I pescherecci britannici prelevano in acque dei 27 per 110 mln di euro l'anno, il 10% del totale pescato. Il Regno Unito esporta oltre due terzi del suo pescato sul mercato Ue. Con l'uscita del Regno Unito dalla politica comune di pesca, le cose cambieranno. E' prevista un'introduzione per fasi di qualsiasi cambiamento di quote: dopo un periodo iniziale di 5 anni e mezzo in cui le attuali regole resteranno in vigore, ci saranno ogni anno consultazioni per stabilire il livello e le condizioni dell'accesso reciproco alle rispettive zone economiche esclusive e acque territoriali.

LA GIUSTIZIA - E' prevista una collaborazione nel campo della giustizia penale e dell'enforcement della legge, con un alto grado di protezione dei dati personali. Saranno poi sviluppate cooperazioni tematiche nel campo della sicurezza sanitaria e della sicurezza informatica.

GB FUORI DA ERASMUS - Per quanto riguarda i programmi Ue, le parti si sono accordate per la partecipazione del Regno Unito, tra l'altro, a Horizon Europe, il programma Ue per la ricerca, e a Copernicus, il programma di monitoraggio satellitare. Il Regno Unito non parteciperà più al programma Erasmus.

LA GESTIONE DELL'ACCORDO - Per quanto riguarda infine la governance, verrà gestita da un comitato misto, il Partnership Council, copresieduto da un membro della Commissione Europea e da un ministro britannico, che si incontrerà almeno una volta l'anno. Il Council tenterà di risolvere le controversie: se dovessero persistere, può essere richiesta l'istituzione di una corte arbitrale indipendente. Eventuali dispute non ricadranno dunque sotto la giurisdizione diretta della Corte di Giustizia dell'Ue, una delle 'linee rosse' del Regno Unito per tutto il corso del negoziato.


Brexit, ritorna il passaporto per i cittadini della Unione Europea. Restano fuori dal Regno Unito anche gli studenti universitari Erasmus. Dai Viaggi agli studi passando per lavoro e Roaming telefonico, dal 1 gennaio la UE perde un pezzo importante che presto potrebbe trascinare anche altri paesi fuori dai "vincoli targati UE". Dal 2021 sarà necessario il passaporto (senza visto) per viaggiare nel Regno Unito e restarci fino a tre mesi. Per vacanze o per il classico weekend nella capitale inglese, ci vorrà il passaporto e non più soltanto la carta d'identità. Non sarà più garantita la copertura sanitaria della tessera europea, ma bisognerà stipulare un'assicurazione come succede per i viaggi negli Stati Uniti. Per soggiornare invece tra lavoro e studio, serviranno visti già richiesti agli stranieri non comunitari. Da inizio anno stop anche agli studenti Ersamus che da sempre arrivavano a valanga nell'isola della Regina Elisabetta per i corsi di lingua ma anche per solide esperienze professionali. Il nuovo sistema di immigrazione, prevede un visto ottenibile solo se si ha già un’offerta di lavoro in tasca e un salario previsto di almeno 28 mila euro. I cittadini europei che vivono già in Inghilterra per studio o lavoro non avranno bisogno del visto, ma dovranno attestare di avere diritto a rimanere definitivamente nel Paese, presentando domanda per l’Eu Settlement Scheme.


Brexit, accordo raggiunto e Boris Johnson esulta: "piena indipendenza politica ed economica e non più satellite dell'Europa". Fuori anche dall'Erasmus. Il vero vincitore è lui, il premier inglese ha infatti mantenuto tutte le promesse rivolte ai britannici con il referendum del 2016 e con le elezioni dello scorso anno: Abbiamo ripreso il controllo del nostro denaro, frontiere, leggi, commercio e delle nostre acque di pesca. Una notizia fantastica per famiglie e imprese in Gb. Dal primo gennaio avremo piena indipendenza politica ed economica. Garantito anche che la Gran Bretagna non sia più il satellite dell'Unione europea, non più legati alle regole dell'Ue, la Corte di giustizia europea non avrà più un ruolo e che abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati per il ritorno della sovranità. Un sistema per il controllo dell'immigrazione ci ridarà il controllo totale di chi entra nel paese e la fine del libero movimento delle persone. L'accordo protegge l'integrità del nostro mercato interno e possiamo godere dei vantaggi delle opportunità disponibili per noi come Paese indipendente, definendo accordi commerciali con altri partner nel mondo", cita il comunicato di Downing Street.


Brexit, the new rules for moving to Great Britain. Brexit, le nuove regole per trasferirsi in Gran Bretagna. Il governo britannico ha lanciato una campagna di informazione per i cittadini Ue sul sistema che regolerà l’immigrazione verso il Regno Unito a partire dal 1 gennaio 2021. La libera circolazione tra l'Ue e il Regno Unito terminerà infatti alle 23.00 del 31 dicembre prossimo, e da quel momento i cittadini europei non avranno più automaticamente diritto di trasferirsi per vivere nel Regno Unito. Sarà introdotto un nuovo sistema di immigrazione a punti, che tratterà le persone allo stesso modo dando priorità alle competenze e al talento. I cittadini europei che non vivono già in GB, o che non hanno diritti ai sensi del "Withdrawal Agreement" di studiare o lavorare in GB, dovranno soddisfare specifici requisiti e richiedere un visto attraverso il nuovo sistema di immigrazione del governo britannico - www.GOV.UK/TrasferirsiNelRegnoUnito - che contiene tutte le informazioni su come candidarsi per lavorare o studiare nel paese in base alle nuove regole. I cittadini Ue potranno comunque continuare a visitare il Regno Unito senza richiedere alcun visto.

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