Era
l'11 settembre 2001 quando 4 aerei di linea
dirottati sui cieli di New York e Washington
cambiarono l'andamento della storia, forgiandola
per sempre.
Il
volo American Airlines 11 parte totalmente
indisturbato da Boston con a bordo 5 dirottatori
passati inosservati ai controlli di sicurezza.
Dallo stesso aeroporto parte un secondo aereo,
lo United Airlines 175, con
a bordo altri 5 dirottatori, imbarcatisi con
la stessa discrezione. Entrambi i velivoli
erano diretti a Los Angeles ma colpiranno
le Twin Towers.
Il
terzo volo è quello che normalmente
copriva la tratta Washington-Los Angeles,
l’American Airlines 77, a bordo del
quale ci sono altri 5 dirottatori che lo porteranno
a schiantarsi contro il Pentagono.
Gli
ultimi 4 terroristi decolleranno sul volo
United Airlines 93 diretto da Newark
a San Francisco. Sarà l'unico a mancare
il bersaglio, probabilmente il Campidoglio
o la Casa Bianca.
Tutti
questi aerei decolleranno tra le 7:00 e le
9:00 della mattina americana dell'11 settembre
2001. In Italia, fra le 13:00 e le 15:00.
Alle 8:00 il primo dirottamento, quello del
volo AA11. Alle 8:46 questo si schianta contro
la Torre Nord tra il 94° piano ed il 98°.
Si procede subito all'evacuazione del grattacielo.
Alle 9:03 il volo United Airlines 175 si schianta
contro la Torre sud, tra il 78° e l'84°
piano. L'America inizia a capire di trovarsi
di fronte a un vero e proprio attacco e non
ad un incidente, come si era pensato sulle
prime. Un'America umiliata, messa in ginocchio,
sotto i colpi di Bin Laden. Sono le 9:37 quando
il terzo aereo, l'American Airlines 77, colpisce
la facciata ovest del Pentagono. Il quarto
aereo, United Airlines 93, si schianta al
suolo alle 10:03 a Shanksville, una località
della Pennsylvania, secondo la ricostruzione
delle autorità, a causa della ribellione
dei passeggeri che avrebbero sopraffatto i
dirottatori, impedendo loro di colpire la
capitale. Purtroppo quella che doveva
essere una normale giornata di lavoro, si
trasformò ben presto in un disastro,
un incubo reale che ne avrebbe marchiato il
triste ricordo nel marmo vivido della Storia.
Evacuati
la Casa Bianca, il Palazzo di Vetro,
sede dell'ONU, e i maggiori aeroporti.
Chiusi lo spazio aereo sugli Stati Uniti
e le borse. Nel frattempo l'ala ovest
del Pentagono crolla e, come lei, anche
le due torri. Tutto avviene in diretta
tv mondiale. Colui che deve prendere
in mano la situazione è il presidente
Bush Junior, informato dell'accaduto
mentre era in una scuola elementare
della Florida per promuovere la sua
campagna per l’istruzione “No
child left behind”. Ciò
che rimane è un cumulo immenso
di macerie e vastissimi incendi che
tengono occupati i pompieri per giorni.
I morti saranno 2974. Alcuni risultano
dispersi tuttora. Il disastro fu anche
economico: le borse, che riapriranno
il 17 settembre, coleranno a picco.
Senza contare le centinaia di uffici
distrutti, case crollate e la tragedia
senza precedenti in termini di vite
umane.
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I
dirottatori provenivano in 15 dall'Arabia
Saudita, in due dagli Emirati Arabi Uniti,
più un egiziano e un libanese. Tutti
ben addestrati e pronti alla morte, alla guerra,
al genocidio in territorio americano. I fratelli
Al-Sheri, Al-Omari, Al-Suqami, El-Shehhi,
Banihammad, Al-Sheheri, i due fratelli Al-Gahmdi,
Hanjour, Al-Mihdar, Moqed, due fratelli Al-Hazmi,
Atta, Jarrah, Al-Aznawi, Al-Nami, Al-Gahmdi.
Tutti morti al momento degli schianti.
Da
quel giorno l'America ha un nuovo volto, un
nuovo obiettivo: vendicare quei quasi 3000
innocenti caduti sotto la crudeltà
di Bin Laden. E un solo grande nemico: il
fanatismo islamico.