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Redazione
Covid-19 fa stragi e non si placa. Le 300mila vittime in tutto il mondo allarmano l'OMS
Tra le tante cure, ottiene sempre più consensi la "Terapia al Plasma", i cui benefici sembrerebbero indiscutibili
Ma cosa è e come funziona "la plasmoterapia", nelle parole dell'esperta Biologa molecolare Federica Parisi

ROMA (Italy) - "Un nuovo virus ha colpito la popolazione umana per la prima volta, quindi è difficile dire quando lo supereremo. Bisogna mettere sul tavolo tutte le ipotesi. Potrebbe diventare endemico, potrebbe non andarsene mai, come l'Hiv. Non comparo le due malattie, ma bisogna essere realistici. Nessuno può predirlo". A dirlo Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in conferenza stampa a Ginevra. Un virus sul quale ancora si naviga nel buio circa la sua origine e soprattutto l'inizio della Pandemia che imperversa su tutto il pianeta. E non aiutano certo le notizie del 'Wall Street Journal' che fanno riferimento ad un diniego delle autorità cinesi, circa una collaborazione con gli scienziati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che continuerebbero a ricevere solo rifiuti su informazioni ritenute segrete da Pechino.


A confermare le tesi dell'OMS interviene il virologo Fabrizio Pregliasco: "Questo virus ci sta spiazzando con caratteristiche che non avevamo mai visto. Il virus ci terrà compagnia per uno o due anni, dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, quello delle pandemie del passato, con una ulteriore ondata." Uno scenario condiviso dall'epidemiologo Pier Luigi Lopalco: "la frequenza delle pandemie nei prossimi decenni probabilmente aumenterà proprio per questa invasione da parte dell'uomo del mondo naturale. Più l'uomo si avvicina ai luoghi selvatici, più è probabile che i virus che circolavano senza dare fastidio a nessuno in ambienti selvatici passino nell'ospite umano". Un virus sul quale ancora si naviga nel buio circa la sua origine e soprattutto l'inizio della Pandemia che imperversa su tutto il pianeta. E non aiutano certo le notizie che fanno riferimento ad un diniego delle autorità cinesi, circa una collaborazione con gli scienziati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che riceverebbero solo rifiuti su informazioni ritenute segrete da Pechino.

Buone news nel campo della ricerca arrivano invece dal virologo Roberto Burioni che su Twitter cita la terapia al Plasma in uso negli USA presso Houston Methodist Hospital: "Il miglioramento clinico dei pazienti sottoposti alla terapia con il plasma è stato valutato sulla base di una scala da 1 a 6. Al settimo giorno della terapia, si legge nel report dell'ospedale texano, 9 pazienti presentavano un miglioramento di almeno un punto e 7 di questi sono stati dimessi. Al quattordicesimo giorno su 19 pazienti (il 76%) è stato riscontrato un miglioramento di almeno un punto e 11 sono stati dimessi."

Ma cosa è la tanto paventata "Terapia al Plasma" che ottiene sempre più consensi in tanti paesi del mondo. A spiegarcelo, la Biologa molecolare Federica Parisi: "La Plasmaterapia si basa sull’immunoterapia passiva la cui validità fu confermata a fine ‘800 quando si rivelò efficace contro tetano e difterite ed in emergenza coronavirus affianca vaccini e terapie antivirali guadagnando, secondo l’opinione pubblica, il primato tra le possibili cure del COVID-19 e scatenando polemiche e disaccordi tra gli esperti del settore.

Che cosa è e come funziona? Si basa sulla neutralizzazione di un agente patogeno (tossina, virus, batterio o parassita) attraverso l’infusione di frazioni di sangue purificate (plasma), provenienti da persone o animali immunizzati o in fase di convalescenza per una data infezione. Il plasma altro non è che la parte liquida del sangue nel quale sono sospesi: globuli rossi (che danno al sangue il colore rosso), globuli bianchi e piastrine, trasporta inoltre anticorpi, proteine, ormoni ed enzimi; può essere separato dalla sua componente corpuscolare (globuli rossi, bianchi e piastrine) tramite centrifugazione assumendo il tipico colore giallastro. Un organismo a seguito di un’infezione sviluppa una serie di sistemi di difesa: anticorpi (per virus e batteri), antitossine per la neutralizzazione delle tossine (es. colera); che rimarranno all’interno del circolo sanguigno per un periodo più o meno lungo e possono contribuire a ridurre un’infezione in pazienti con patologie uguali a quelle del donatore, attivando una risposta immunitaria veloce.

Da quanto si apprende dalla bibliografia, la plasmaterapia è stata già utilizzata su Coronavirus al tempo dell’epidemia di SARS del 2002/2003, mostrando efficacia terapeutica, ma quando si parla di questo approccio, si deve tenere in conto che il quantitativo di anticorpi varia da donatore a donatore, cosi come rimane limitato lo stoccaggio di plasma disponibile (per il momento si parla di donazioni volontarie) e che si possono manifestare eventi avversi o effetti collaterali durante questo trattamento. Al momento uno studio cinese afferma che la plasmaterapia abbia effetto sull’abbattimento della carica virale e non sui sintomi e questo la renderebbe efficace negli stadi iniziali della malattia per bloccare il progredire dell’infezione e non in pazienti già fortemente compromessi. Considerando che molti ospedali hanno attivato questo iter per la cura di COVID-19 e il ceppo virale europeo ha mostrato differenze rispetto a quello asiatico, bisogna sperare in risultati incoraggianti, ma per il momento la ricerca si deve muovere comunque su diversi fronti."


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