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Redazione
L'Italia dei paradossi, ora è possibile coltivarsi la droga in casa. Allarme a San Patrignano
A stabilirlo una decisione epocale quella delle sezioni unite penali della Cassazione


Si è sentenziato per la prima volta che "non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica" e "per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore". Preoccupazione, soprattutto per i più piccoli viene espressa dalla Comunità di San Patrignano, per la decisione della Cassazione sull'uso della cannabis a scopo personale ed esprimiamo la nostra più viva preoccupazione per le eventuali conseguenze. Infatti, coltivare lecitamente in ambiente domestico una sostanza stupefacente inciderà negativamente sull’educazione dei minori che cresceranno, sempre di più, nella convinzione che l’utilizzo di cannabis sia innocuo. Mentre i Tribunali dei Minori continueranno ad emettere sentenze di allontanamento di adolescenti da genitori tossicodipendenti a causa della loro incapacità educativa, - prosegue la comunità - il ramo superiore della Magistratura ritiene invece lecito che un genitore coltivi e consumi una sostanza stupefacente in casa in presenza dei propri figli. Vogliamo infine ricordare i continui casi di intossicazione di minori che ingeriscono sostanze stupefacenti di ogni genere detenute in casa.

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