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Si
è sentenziato per la prima volta che "non
costituiscono reato le attività di coltivazione
di minime dimensioni svolte in forma domestica"
e "per le rudimentali tecniche utilizzate, lo
scarso numero di piante ed il modesto quantitativo
di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva
all'uso personale del coltivatore". Preoccupazione,
soprattutto per i più piccoli viene espressa
dalla Comunità di San Patrignano, per la decisione
della Cassazione sull'uso della cannabis a scopo personale
ed esprimiamo la nostra più viva preoccupazione
per le eventuali conseguenze. Infatti, coltivare lecitamente
in ambiente domestico una sostanza stupefacente inciderà
negativamente sull’educazione dei minori che
cresceranno, sempre di più, nella convinzione
che l’utilizzo di cannabis sia innocuo. Mentre
i Tribunali dei Minori continueranno ad emettere sentenze
di allontanamento di adolescenti da genitori tossicodipendenti
a causa della loro incapacità educativa, -
prosegue la comunità - il ramo superiore della
Magistratura ritiene invece lecito che un genitore
coltivi e consumi una sostanza stupefacente in casa
in presenza dei propri figli. Vogliamo infine ricordare
i continui casi di intossicazione di minori che ingeriscono
sostanze stupefacenti di ogni genere detenute in casa. |