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Giornata Mondiale dell'Alimentazione, Expo di Milano ospita il segretario generale dell'ONU
La Fame nel mondo amplificata dalla vergognosa ricerca dei profitti a tutti i costi

ROMA (Italy) - L’impegno per un’alimentazione accessibile e sostenibile si dà oggi appuntamento all’Expo di Milano, dove si svolgeranno le cerimonie ufficiali della Giornata mondiale dell’alimentazione voluta dalla Fao che si celebra oggi. “Protezione sociale e Agricoltura per spezzare il circolo della povertà” è il tema di quest’anno. All’Expo sarà presentata al segretario generale dell’Onu la Carta di Milano.

La Giornata è stata lanciata nel 1979 e quest’anno “giunge al momento giusto, dopo il Vertice di settembre 2015 e prima della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21), offrendo un’occasione unica per mandare un messaggio forte ai giovani, la Generazione Fame Zero, sull’Agenda di sviluppo sostenibile 2030 e per coinvolgerli nella sfida per l’eliminazione sostenibile di fame e povertà nei prossimi 15 anni”. Un messaggio che anche il Papa ha voluto diffondere citando il profitto a tutti i costi.


Fra i momenti più importanti di oggi ci sarà la presentazione ufficiale al Segretario Generale dell’ONU della Carta di Milano, un manifesto che mira a coinvolgere tutti i cittadini nella lotta alla sottonutrizione, alla malnutrizione e allo spreco, e contemporaneamente a promuovere la sostenibilità e la parità di accesso alle risorse naturali. Sarà inoltre presentato un altro documento che costituisce una delle eredità di Expo 2015, il Urban Food Policy Pact (Patto sulle politiche alimentari urbane), con cui sindaci da tutto il mondo si impegnano a coordinare le politiche alimentari internazionali. Con questo Patto le città aderiscono a quattro principi: garantire cibo sano per tutti; promuovere la sostenibilità del sistema alimentare; educare il pubblico a una sana alimentazione, ridurre gli sprechi.

La giornata, che ha visto la partecipazione di numerose personalità, come Sua Maestà la Regina Letizia di Spagna, il Presidente della Slovenia, Borut Pahor, il Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, si è aperta con la visita a Padiglione Zero del Segretario Generale delle Nazioni Unite, accompagnato dal Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala. Nel pomeriggio ecco la sessione di lavoro “Finance for food”, alla quale ha partecipato anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Ban Ki Moon, in compagnia della moglie Yoo, ha poi visitato altri padiglioni, come Palazzo Italia, gli Emirati Arabi e l’area Kinder+Sport, dove ha incontrato il campione di calcio Roberto Baggio, ambasciatore della Fao, e il Presidente di Ferrero, Francesco Paolo Fulci.

Alla vigilia dell’odierna Giornata la Fao ha inoltre pubblicato il Rapporto sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2015. La protezione sociale – evidenzia lo studio – sta emergendo come uno strumento fondamentale nella lotta per sradicare la fame, ma la stragrande maggioranza dei poveri che vivono nelle aree rurali del mondo non ne è ancora coperta. Il rapporto fa notare che “nei paesi poveri, i regimi di protezione sociale – come trasferimenti in denaro, alimentazione scolastica e lavori pubblici – offrono un modo economico per fornire alle persone vulnerabili opportunità per uscire dalla povertà estrema e dalla fame e così migliorare la salute, l’istruzione e la vita dei loro figli. Tali programmi al momento beneficiano in vario modo circa 2,1 miliardi di persone nei paesi in via di sviluppo, riuscendo a mantenere 150 milioni di persone fuori da situazioni di povertà estrema. Espandere questi programmi nelle zone rurali – spiega la Fao – e collegarli a politiche di crescita agricola inclusive è decisivo per raggiungere l’impegno di fame zero”.

Riguardo al tema della fame nel mondo ci sono tre informazioni che tutti dovrebbero avere per comprendere meglio il problema. La prima è che il numero delle persone che soffrono la carenza di cibo è in aumento. Oggi se ne stimano quasi un miliardo su scala mondiale: praticamente una persona su sette (solo quattro o cinque anni fa erano circa il 20% in meno) è denutrita. Ed è bene sottolineare che questa preoccupante crescita non è causata (solo) dalla attuale crisi economica, che ha inciso per circa 40 o 50 milioni di individui, ma è il risultato nel nostro modello di sviluppo, lo stesso che adesso cerchiamo di difendere a tutti i costi. Seconda informazione riguarda la localizzazione del problema a livello geografico. E sono due le aree in assoluto più critiche: l’Africa Subsahariana (in particolare i paesi del Sahel, che sono a ridosso del Sahara) e l’Asia meridionale (ossia i paesi compresi tra il subcontinente indiano e l’altopiano iraniano). Al di là degli sforzi delle agenzie delle Nazioni Unite, delle ONG e delle varie organizzazioni umanitarie, è chiaro ormai che la soluzione del problema della fame è prima di tutto nelle mani dei governi, e delle loro politiche.

Eppure il cibo prodotto a livello planetario sarebbe sufficiente a nutrire quasi il doppio degli attuali abitanti del mondo. Mondo che, soprattutto in alcune aree, è in forte crescita demografica e decrescita economica. La povertà economica si traduce in povertà alimentare. Dove non c’è cibo a sufficienza non c’è vita dignitosa, viene meno il diritto alla salute e alla pacifica convivenza. Ma basterebbe guardarci meglio attorno per vedere che il cibo si nega anche qui, se è vero che in Italia ci sono oltre 6 milioni di poveri, gran parte dei quali hanno bisogno di assistenza alimentare perché non hanno accesso al cibo. Il cibo negato è un’ingiustizia. Ma la sfida per sconfiggere la fame passa, preliminarmente, per l’eradicazione della povertà.


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