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Salute, Epatite
bambini, presidente Aifa: "Casi non legati a Covid,
non escluso nuovo virus". |
(Adnkronos)
- "Molto
improbabile" il legame col Covid, l'adenovirus
per ora "maggiore imputato", ma "non
si può escludere del tutto" che possa
essere implicato un nuovo virus. Il presidente dell'Agenzia
italiana del farmaco Aifa, fa il punto su quello che
si sa finora riguardo alle epatiti acute a eziologia
sconosciuta in bimbi precedentemente sani segnalate
da diversi Paesi nel mondo, dopo il Regno Unito che
per primo ha dato l'allarme. Cosa si è scoperto?
Il primo punto che ribadisce Palù è
che si può escludere un collegamento con il
vaccino anti Covid, "un'ipotesi definitivamente
abbandonata dopo l'attenta indagine condotta dalla
agenzia britannica per la sicurezza sanitaria".
"Dal 20 aprile sono stati segnalati 166 casi
di epatite acuta, 111 nel Regno Unito, la maggior
parte sono bambini sotto i 5 anni, dunque non vaccinati.
Lo stesso fenomeno è stato segnalato negli
Stati Uniti (12 casi), in Israele (12) e in Giappone
(1). In Europa i casi confermati sono stati 55. In
Italia gli episodi di epatite acuta sospetti sono
17, nessuno confermato ufficialmente". Improbabile
che si tratti di strascichi del Covid, "La sintomatologia
non è riconducibile direttamente al Covid anche
se il 16% dei casi erano positivi a Sars-CoV-2, una
percentuale molto vicina a quella che si riscontra
nella popolazione pediatrica considerando che molti
bimbi hanno avuto l'infezione in assenza assoluta
di sintomi". Osservato speciale su tutti è
l'adenovirus: "Su 53 episodi esaminati dall'agenzia
britannica, 40 erano positivi all'adenovirus e questo
sembra ora il maggiore imputato dato che è
un microrganismo noto come causa di infezioni respiratorie
e gastroenteriche in bambini e negli adolescenti. |
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